Pandemic I: la Covid-19, secondo Bill Gates

Pandemic I: la Covid-19, secondo Bill Gates

Bill Gates spiega il suo punto di vista sulla Covid-19 e promette un aiuto sui vaccini: nessuna risposta ai complottisti, solo analisi e pragmatismo.
Pandemic I: la Covid-19, secondo Bill Gates
Bill Gates spiega il suo punto di vista sulla Covid-19 e promette un aiuto sui vaccini: nessuna risposta ai complottisti, solo analisi e pragmatismo.

Metti da parte quel che pensi del coronavirus o quel che pensi di Bill Gates. Metti da parte sia il tuo eventuale complottismo che il tuo eventuale anti-complottismo. Spogliati per qualche minuto delle tue convinzioni, armati soltanto di pazienza e raziocinio. Poi, solo e solo se riesci a presentarti nudo da pregiudizi, clicca qui.

Questo è il punto della situazione scritto da Bill Gates nei giorni scorsi, poco prima di aver comunicato al mondo la propria intenzione di finanziare eventuali vaccini in grado di sconfiggere la Covid-19. Fermo, hai detto che ti saresti spogliato dai pregiudizi, sia complottisti che anti-complottisti. Mantieni la tua parola, se vuoi continuare a leggere. O procedi altrove, dove troverai sicuramente maggiori soddisfazioni e certezze: qui non ce ne sono, qui c’è la fatica di una lunga lettura e di un articolato ragionamento. Niente che ci stia in un post o in un “inoltra“, insomma.

In questo “manifesto” c’è un punto della situazione estremamente ampio e chiaro sulla situazione. Non c’è preoccupazione, né entusiasmo, ma c’è un approccio estremamente razionale alla questione ed una disamina spiazzante sulla vastità delle implicazioni che il coronavirus sta avendo sul mondo.

Pandemic I

Gates la chiama “Pandemic I” mettendo assieme due aspetti che ha chiari in mente fin da quel famigerato intervento al TED che lo ha reso un profeta di fronte alla situazione odierna: da una parte c’è la metafora della guerra, la stessa metafora con cui lo stesso Gates chiude la missiva; dall’altra c’è quel numero finale che lascia supporre solo l’inizio di una guerra destinata a tornare, a meno che l’uomo non si armi di quelle stesse armi che Gates chiedeva già anni or sono al mondo intero.

La parte iniziale illustra il concetto di R0 e ne chiarisce l’importanza fondamentale: un incipit fondamentale, che vuol spiegare anzitutto una cosa: solo calmierando immediatamente il problema con un serio lockdown è possibile immaginare di fermare le morti e ragionare sul da farsi. Gates lo dice con la forza dei numeri, calcolando una riga dopo l’altra quanto sia fondamentale abbassare questo valore e quanto spesso non sia semplice per una persona comune metabolizzare il significato di una crescita esponenziale e del suo feroce impatto.

La parte centrale analizza gli sforzi che si stanno facendo, elencando tanto l’importanza delle cure, quanto quella dei vaccini. A proposito di questi ultimi, è notizia delle ultime ore l’intenzione di Bill e Melinda Gates di finanziare con la propria fondazione la produzione delle dosi necessarie nel caso in cui le ricerche di laboratorio dovessero sortire un qualche risultato. La Bill & Melinda Gates Foundation non sta portando avanti ricerche in proprio, ma sta finanziando e seguendo vari percorsi sperimentali (tra i quali quello promettente di Oxford, ove si registra anche la partecipazione dell’italiana ADVENT).

Qualche dubbio viene espresso a proposito delle tecnologie di contact tracing: non si tratta di disquisizioni su privacy o affini, ma qualcosa di estremamente pratico. Insomma: se il contagio non si trasmette soltanto per via diretta, come può un’app fornire adeguata efficacia laddove il virus viene lasciato su maniglie, sedie, tavoli, vestiti o quant’altro? Il dubbio è lecito, ma Gates non boccia tali tecnologie: semplicemente apre un nuovo fronte di riflessione, aiutando a perimetrarne ancor meglio tanto le potenzialità quanto i limiti.

In questa analisi Gates non esprime ottimismo né pessimismo, ma un ruvido – per certi versi acido – pragmatismo: dobbiamo prepararci a tempi duri mentre coltiviamo speranza; dobbiamo prepararci a cambiare radicalmente le nostre abitudini mentre coltiviamo il desiderio di tornare alla normalità; dobbiamo essere pronti a qualunque orizzonte mentre tentiamo di mantenere la calma di una normale quotidianità.

La fotografia è ampia e schietta: quando si scioglieranno le misure di contenimento, ci saranno persone che continueranno a restare in casa per paura e precauzione, mentre altre saranno predisposte alla disobbedienze ed a forzare i blocchi prima ancora che questi ultimi vengano sciolti. Alla politica viene quindi raccomandato un approccio equilibrato e ponderato, cercando il miglior bilanciamento tra le due pulsioni, così da ridurre gli effetti collaterali di qualsivoglia decisione o evoluzione della situazione.

La conclusione è la parte più evocativa:

Melinda e io crediamo che la Seconda Guerra Mondiale sia stato il momento che ha definito la generazione dei nostri genitori. Allo stesso modo, la pandemia Covid-19 – la prima pandemia moderna – definirà la nostra era. Nessuno che stia vivendo la Pandemic I se ne dimenticherà mai. Ed è impossibile sopravvalutare il dolore che le persone provano ora e continueranno a provare per gli anni a venire.

L’alto costo della pandemia per le persone povere o sottopagate è una preoccupazione ulteriore per me e Melinda. La malattia colpisce in modo sproporzionato le comunità più povere e le minoranze. Allo stesso modo, l’impatto economico del lockdown sta colpendo di più chi ha minori entrate […].

Allo stesso tempo, siamo impressionati nel vedere come il mondo si stia unendo per combattere questa battaglia. Ogni giorno, parliamo con scienziati di università e piccole aziende, CEO di aziende farmaceutiche o capi di governo che vogliono assicurarsi che i nuovi strumenti di cui ci stiamo occupando possano essere disponibili il prima possibile. E ci sono molti eroi da ammirare, inclusi gli operatori sanitari in prima linea. Quando il mondo avrà eventualmente dichiarato che la Pandemic I è finita, dovremo ringraziare tutti loro.

Se sei giunto fin qui, probabilmente hai corroborato le tue convinzioni pro o contro Gates, ma questo non importa. Quel che conta è che tu possa aver cliccato sul link iniziale e possa aver letto l’intera disamina, capendo qualcosa di più di quanto complessa possa essere la situazione. L’importate è che nessuno si abbandoni alle semplificazioni, al pensiero facile, alla negazione del problema o alla sua cattiva interpretazione. Con le sue parole Gates suggerisce un approccio logico e critico, cosa che dovrebbe spingere chiunque ad approfondire andando ben oltre le liti da salotto tv, da complottismo social o da hashtag improvvisato.

Siamo in guerra, questa è la Pandemic I. E non avremo un “giorno della liberazione” se non combattendo questa battaglia in prima fila, anche se questa volta al posto di armi ed elmetto la nostra generazione dovrà avere indosso un camice bianco e molta consapevolezza. Milioni di operatori in questo momento stanno combattendo questa battaglia al fronte: a noi il dovere di trovare i giusti equilibri e le giuste misure per armare i loro laboratori, per finanziare le loro ricerche, per mantenere in piedi l’economia e per mantenere saldi i nervi.

Partendo magari da una lettura di approfondimento. Questa qui, appunto.

Fonte: Gates Notes
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Pubblicato il
26 apr 2020
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