Partita la campagna europea anti-DRM

Partita la campagna europea anti-DRM

Nel giorno della mobilitazione globale viene annunciato il coordinamento europeo per le iniziative anti-DRM. Il suo sito consentirà di informare e dare visibilità alle iniziative in ambito UE. Tutti i dettagli
Nel giorno della mobilitazione globale viene annunciato il coordinamento europeo per le iniziative anti-DRM. Il suo sito consentirà di informare e dare visibilità alle iniziative in ambito UE. Tutti i dettagli

Ci sono ancora una volta quelli di Free Software Foundation Europe dietro ad un’iniziativa ambiziosa che mira ad alzare il tono del dibattito intorno alle tecnologie anticopia, quel Digital Rights Management contro cui ieri è stata celebrata la Giornata mondiale anti-DRM.

Proprio ieri è stata annunciata la nascita di DRM.info , una piattaforma di informazione collaborativa interamente dedicata a descrivere e contrastare i potenziali pericoli del DRM (qui definito Digital Restriction Management ).

“I tuoi dispositivi non si fidano di te!”: questo è il messaggio di base del DRM – spiega Joachim Jakobs, media coordinator di FSF Europe – Infatti si fidano di te così poco che non ti avvertono neppure di averti messo sotto controllo. Il caso del rootkit Sony ha dimostrato che il software è stato installato segretamente senza il consenso dell’utente, che trasferisce informazioni a Sony e che persino danneggia l’installazione di Windows quando si cerca di rimuoverlo”.

Date le implicazioni politiche che comporta mettere sotto il controllo dei venditori di dispositivi i proprietari di computer, media player, telefonini e altri device – spiegano i promotori del sito – non ci si può meravigliare se l’industria preferirebbe che nessuno sapesse del DRM. Un dirigente Disney – ricordano – un anno fa ha dichiarato all’ Economist : “Se i consumatori sapessero che c’è un DRM, o sapessero cosa sia e come funziona, avremmo già fallito”.

Il poster dell'iniziativa Da qui l’idea di mettere in piedi DRM.info, di cui Punto Informatico è media partner per l’Italia, un sito che nasce dall’esigenza di informare i consumatori e coinvolgerli in decisioni destinate ad influenzarli ad un livello molto personale.

“Le tecnologie DRM – sottolinea il presidente di FSFE Georg Greve – sono basate sul principio che una terza parte ha più influenza sui tuoi dispositivi di quanta ne abbia tu, e che l’interesse di questa terza parte valgano più dei tuoi quando le due parti entrano in conflitto. Questo è vero anche quando l’interesse del consumatore è perfettamente legittimo, e legale, e spesso e volentieri vale anche per i tuoi propri dati”.

L’iniziativa anti-DRM europea rappresentata da DRM.info sta attirando già ora l’interesse di molte organizzazioni europee e al lancio del nuovo sito hanno collaborato entità di molti paesi, come il Consumer Project on Technology (CPTech), Electronic Frontier Finland (EFFI), Electronic Information for Libraries (eIFL.net), iCommons (iCommons), International Federation of Library Associations and Institutions (IFLA), netzpolitik.org (netzpolitik.org) nonché Cory Doctorow, celebre autore e promotore tra le altre del blog BoingBoing.net.

A dar man forte al dibattito si sono accostati all’iniziativa anche media partner di diversi paesi. Oltre a PI per l’Italia, sono coinvolti Linux Magazine Brasil, Linux Magazine Espana, PC World.cz (Repubblica Ceca) e VNU.de (Germania).

“DRM.info – sottolinea Greve – è pensato per porre fine al silenzio sul DRM “. Chiunque può già contribuire alla diffusione delle informazioni contenute nel sito, e degli altri contributi che via via si aggiungeranno, scaricando e “adottando” sul proprio sito il bottone DRM.info .

Ma per contrastare il DRM si può fare anche di più. Di seguito i consigli di DRM.info .
Su DRM.info sono stati pubblicati i quattro punti in cui Greve riassume le attività che ogni singolo utente e consumatore può mettere in campo per sostenere la battaglia anti-DRM:

1. Rifiuta i dispositivi e i media associati al DRM
La spinta propulsiva del DRM è sostanzialmente economica. Se non si acquistano device o media legati al DRM, questo cancella da sé le ragioni stesse dell’implementazione del DRM. L’azione di un individuo può sembrare poca cosa ma il boicottaggio è più efficace di quanto si pensi, soprattutto quando si spiega a chi vende perché non si opta per l’acquisto.

2. Linka il sito DRM.info
In questo modo puoi contribuire a diffondere informazioni sul DRM.

3. Unisciti alla Fellowship
La Fellowship di FSFE è una comunità di persone che provengono da settori diversi ma che la pensano allo stesso modo nel voler tenere alta la bandiera della libertà: contribuire significa sostenere la battaglia anti-DRM.

Il bottone dell'iniziativa 4. Organizza iniziative pubbliche
Anche se normalmente non lo sanno, il DRM colpisce gente reale nel mondo reale. Diglielo e svegliali. Incontri e proteste pubbliche sono stati metodi efficaci per questi obiettivi in passato, e funzionano ancora. Non solo la gente che ti vedrà si chiederà i motivi della protesta: la protesta stessa è un fatto mediaticamente interessante. Rendi pubblica la tua opinione.

In un’altra pagina del sito sono illustrate le richieste minime ai legislatori europei sul fronte del DRM. Eccole in sintesi:

Simboli di avvertimento su dispositivi e prodotti
I consumatori devono essere informati affinché non comprino accidentalmente i prodotti che li assoggettano al controllo di una terza parte.

Consentire l’aggiramento delle protezioni per scopi legali
L’utilizzo di un computer o di un dispositivo che si possiede non dovrebbe mai essere illegale. Ma questo è quanto succede con le leggi anticopia: operazioni che sono per legge legali, diventano illegali non perché si eseguono ma perché per farle (vedi la “copia privata”), ed esercitare dunque il proprio diritto, si devono aggirare le protezioni DRM.

Il DRM fuori dalle pubbliche istituzioni
I governi devono avere il pieno controllo dei propri dati, delle proprie procedure e decisioni: un utente che utilizza DRM, anche se è un governo, non è in grado di esercitare questo controllo.

Servizi pubblici per il pubblico
Qualsiasi servizio pubblico dovrebbe essere disponibile per tutti i cittadini, compresi coloro che fanno uso di software libero. Dovrebbe quindi essere obbligatorio fornire sempre un modo per accedere ai pubblici servizi e alle informazioni usando software libero.

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Pubblicato il
4 ott 2006
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