Pedofilia online: 30 mila indirizzi IP nel mirino

Pedofilia online: 30 mila indirizzi IP nel mirino

Una radicata rete di scambio di materiale pedopornografico online è stata scoperta in Germania: si va sulle tracce di 30 mila indirizzi IP.
Pedofilia online: 30 mila indirizzi IP nel mirino
Una radicata rete di scambio di materiale pedopornografico online è stata scoperta in Germania: si va sulle tracce di 30 mila indirizzi IP.

Il caso parte dalla città di Bergisch Gladbach, ma l’estensione potrebbe essere ben più ampia: si tratta di una grande rete di diffusione di materiale pedopornografico online, con numeri che fanno rabbrividire. Si contano, sulla base di quanto emerso, circa 30 mila sospettati, ma all’interno di una inchiesta che con ogni evidenza è al momento soltanto alle prime fasi.

L’inchiesta parte dalla Germania

I dettagli sono stati divulgati alla stampa dal ministro della giustizia Peter Biesenbach (CDU), il quale si è detto peraltro esterrefatto della vastità della rete. Si tratterebbe di 30 mila utenti attivi nello scambio di materiale, ma in alcuni casi anche di veri e propri abusi rivelati, descritti ed esaltati su forum online. “Coloro che esitano“, ha spiegato Biesenbach, “sono incoraggiati e spinti dagli altri a mettere in pratica le loro intenzioni”.

Gli atti non sono solo commessi da singoli autori, ma in una rete online in rete di simpatizzanti, sostenitori, assistenti e complici. Gli autori sfruttano tutte le possibilità offerte dalla rete. Si scambiano informazioni, si scambiano foto e video delle loro azioni e sfruttano le possibilità tecniche di Internet per comunicare tra loro mimetizzati e sotto pseudonimi nei gruppi di chat e tramite messenger.

Una apposita task force prenderà il via a partire dal 1 luglio per seguire le tracce dei sospetti. Secondo quanto emerso, infatti, ad ora il ministro avrebbe in mano una serie di indirizzi IP, ma non è chiaro quanti utenti possano celarsi dietro questo semplice dato. Le indagini sarebbero state particolarmente dure, soprattutto per la gravità dei crimini commessi e testimoniati nelle immagini che gli inquirenti si son dovuti guardare (“Gli investigatori hanno valutato enormi quantità di dati per mesi […] la visualizzazione del materiale video porta ogni investigatore al limite della sua capacità di recupero“).

Il ministro spiega ora che farà di tutto per andare oltre l’anonimato dell’IP e che intende estendere l’indagine a tutti gli stati federali per arrivare alla radice di questa rete di scambio.

Fonte: Bild
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Pubblicato il
29 giu 2020
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