Stoccolma – Non si può condannare qualcuno per aver messo a disposizione sulla rete link a materiali illegali: questo il senso della sentenza d’appello e la tesi con cui un 17enne di Stoccolma ha schiacciato le accuse scomposte delle multinazionali dell’industria discografica.
Per la seconda volta in pochi mesi, un tribunale ha respinto la tesi secondo cui pubblicare online i link di collegamento a brani musicali pirata è illegale. Stando alla Corte, infatti, è certamente illegale riprodurre e diffondere brani ma non postare i link, operazione che il ragazzo aveva compiuto, peraltro, senza fini di lucro.
Si tratta di una sentenza che pone dei limiti alle attività europee di repressione della Federazione phonografica internazionale ( IFPI ) che nel Vecchio Continente si dice soddisfatta per aver già fatto chiudere più di 3mila siti…