Pirateria, Washington punisce Kiev

Pirateria, Washington punisce Kiev

Gli Stati Uniti decidono il varo di sanzioni economiche contro l'Ucraina, paese considerato alla stregua di una grande fabbrica di CD illegali
Gli Stati Uniti decidono il varo di sanzioni economiche contro l'Ucraina, paese considerato alla stregua di una grande fabbrica di CD illegali


Roma – L’Ucraina deve porre un freno alla pirateria musicale se vuole evitare di subire gravi danni alla propria economia a seguito dalle sanzioni economiche appena varate dagli Stati Uniti.

Le esportazioni di acciaio ed altri materiali dall’Ucraina rischiano di ridursi di 470 milioni di dollari, con conseguenze pesantissime sulla fragile economia del paese e sull’occupazione.

Washington ha deciso di ricorrere alle sanzioni dopo aver definito “intollerabili” i livelli raggiunti dalla pirateria organizzata in Ucraina. In particolare, stando ai dati forniti dall’industria musicale e a quelli raccolti dall’ambasciata americana in Ucraina, ogni anno nel paese verrebbero prodotti 70 milioni di compact-disc a fronte di una domanda interna di cinque milioni. Una produzione enorme che servirebbe allo smercio di musica illegale in tutta Europa e che, secondo l’industria, costa ogni anno 200 milioni di dollari alle casse dei distributori “ufficiali” e delle case di produzione.

Le sanzioni decise da Washington sono pensate come forma estrema di pressione sulle autorità ucraine che rischiano di dover fronteggiare migliaia di licenziamenti. Il Governo ucraino viene accusato di sostenere direttamente le attività di pirateria e addirittura vengono additati alcuni impianti che alla luce del sole, secondo gli americani, conducono attività di copiatura illegale. Funzionari di due di queste “fabbriche” si dicono invece innocenti e accusano gli Stati Uniti di voler praticare una politica di controllo sul mercato dei metalli americani ai danni dell’Ucraina…

I responsabili di un grosso impianto che si trova nei pressi di Kiev, la Rostok, il maggiore produttore di compact disc del paese, hanno spiegato alla stampa che più volte osservatori ucraini ed esteri hanno visitato la fabbrica, che è peraltro sempre aperta alle visite dei giornalisti. “Una fabbrica che offre un servizio – ha sostenuto il direttore dell’impianto – per definizione non può essere considerata pirata”.

Occorre anche segnalare che fino a questo momento le azioni antipirateria del governo hanno già prodotto la chiusura di tre dei cinque maggiori produttori di CD in Ucraina. Nei giorni scorsi peraltro il Parlamento del paese ha passato una legge antipirateria che, però, non sembra aver incontrato il favore degli americani… A quanto pare gli USA premono per leggi che consentano ai legali dei produttori di entrare in qualsiasi momento negli impianti di fabbricazione ed esaminare sia questi sia tutti i documenti senza dover ricorrere ogni volta a un mandato ufficiale.

Per seguire l’argomento, è a disposizione il Canale Pirateria e Copyright di Punto Informatico.

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Pubblicato il
24 gen 2002
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