Project Loon: Kenya, Internet dalla stratosfera

Project Loon: Kenya, Internet dalla stratosfera

Il Project Loon da oggi non è più soltanto una soluzione per le emergenze, ma vera e propria applicazione commerciale per portare Internet ovunque.
Project Loon: Kenya, Internet dalla stratosfera
Il Project Loon da oggi non è più soltanto una soluzione per le emergenze, ma vera e propria applicazione commerciale per portare Internet ovunque.

Una chimera fin dal 2013, una realtà a partire da oggi: il Project Loon nato nei laboratori di ricerca di Google X ha iniziato ad offrire i propri servizi in Kenya creando un piccolo miracolo.

Questa è una prima volta sotto molti punti di vista: il primo uso non emergenziale di Loon per portare la connettività su larga scala, la prima applicazione di internet abilitata dai palloni in Africa ed il primo sviluppo commerciale a livello mondiale

Parola di Alastair Westgarth, CEO di Loon, che festeggia così la partnership con Telkom Kenya e l’accensione della rete (inizialmente preannunciata nel mese di aprile) che ora coprirà una vasta parte del territorio kenyano portando Internet laddove la Rete fino ad oggi non poteva in alcun modo arrivare.

Loon: Internet in Kenya

50 mila km quadri di copertura tra i territori di Iten, Eldoret, Baringo, Nakuru, Kakamega, Kisumu, Kisii, Bomet, Kericho e Narok: 35 palloni in grado di volare costantemente nella stratosfera, e di muoversi nell’aria grazie al machine learning, porteranno una rete che arriva a 4,74Mbps in uplink ed una velocità di 18,9Mbps in ricezione, con una latenza di appena 19 millisecondi. Diciamolo: tanto, tantissimo, per una zona ove in precedenza strumenti come la navigazione online, i video su YouTube, i messaggi su WhatsApp, le email o le videochiamate non potevano arrivare. Non è solo Web: è un’opportunità incredibile per ridurre gli spazi laddove la percorrenza è problematica ed aumentare la connessione tra le persone laddove l’isolamento tra comunità è una condizione limitante e quasi obbligata.

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I palloni sono dotati di una superficie fotovoltaica che alimenta gli apparati, di una batteria di bordo per aumentare l’autonomia e di una superficie in grado di sopportare le rigide temperature in altitudine (fino a -90°). Il volo avviene a circa 20km dal suolo terrestre, dunque molto al di sopra delle rotte aeree, sfruttando le correnti per poter distribuire il segnale su tutto il territorio con una vera e propria rete mesh tra palloni: la connessione arriva dal suolo, viene distribuita tra gli apparati in volo e torna sul terreno per moltiplicare la copertura.

In questo video ecco la presentazione del progetto rilasciata da Loon in occasione dell’annuncio:

Laddove un’emergenza lo richieda, Loon sarà pronta al lancio nel giro di poche ore. Laddove la necessità lo imponga, si potrà attivare una rete in tempi ben più brevi di una installazione fisica di pali e antenne. Loon sottolinea questo passaggio come essenziale: quella che era una chimera, da oggi è solida realtà commerciale in grado di arrivare ovunque nel mondo. Un nuovo modo di fare Rete, insomma, in grado di creare sinergie con le reti terrestri.

Ora il Web può realmente arrivare ovunque. Da oggi il mondo è più piccolo, anche laddove fino ad oggi tutto ciò sembrava, appunto, una chimera.

Fonte: Loon
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Pubblicato il
8 lug 2020
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