All’inizio del 2024, il Rabbit R1 era sulla bocca di tutti. Quel piccolo gadget quadrato arancione con l’aspetto simpatico, che prometteva di liberarci dalla schiavitù degli smartphone. Era l’assistente personale dotato di AI, in grado di capire le nostre abitudini e agire al nostro posto sulle app. Ma alla fine si è rivelato un flop clamoroso…
Rabbit R1 fu un fallimento epico: il CEO promette il riscatto nel 2026
Le vendite e l’utilizzo sono crollati in modo spettacolare. L’R1 è passato da oggetto del desiderio a cimelio dimenticato nel giro di pochi mesi. E ora, mentre pensavamo che il coniglietto fosse definitivamente sepolto, ecco che spunta un sequel. Jesse Lyu, il CEO di Rabbit, ha annunciato che un nuovo dispositivo è in preparazione per il 2026. Un progetto che definisce “tre in uno”, senza fornire ulteriori dettagli. La curiosità si riaccende, anche se accompagnata da una sana dose di scetticismo.
Il Rabbit R1 aveva tutte le carte in regola per piacere: design accattivante, promesse ambiziose, un’aura di innovazione. Ma una volta superata la fase della curiosità iniziale, la realtà si è rivelata ben diversa dalle aspettative. I primi utilizzatori si sono trovati di fronte a un’esperienza costellata di bug, un’autonomia della batteria imbarazzante, e funzionalità chiave che sembravano più concept teorici che strumenti funzionanti.
Il famoso Large Action Model (LAM), il cervello del dispositivo, invece di agire in modo fluido e intelligente sulle applicazioni, balbettava, si bloccava, o semplicemente non capiva le richieste. Ma il vero problema non erano solo i difetti tecnici dell’R1. Il colpo di grazia è arrivato dalla concorrenza, e soprattutto dagli smartphone che tutti abbiamo già in tasca.
Mentre Rabbit lottava per far funzionare il suo gadget, giganti come Google e Apple integravano funzioni di intelligenza artificiale sempre più impressionanti direttamente nei loro sistemi operativi. La domanda è diventata inevitabile: perché portarsi dietro un dispositivo aggiuntivo quando il telefono fa già tutto questo, e pure meglio?
L’R1 si è ritrovato a competere non con altri gadget di nicchia, ma con gli smartphone moderni. Una battaglia che non aveva alcuna speranza di vincere. Il risultato? Il coniglietto ha raggiunto il cimitero delle buone idee arrivate troppo presto, o forse solo troppo maldestre nell’esecuzione.
Il successore: seconda chance o nuovo fiasco?
Proprio quando sembrava che Rabbit avesse imparato la lezione, Jesse Lyu riappare annunciando un seguito. Durante un’intervista recente, il CEO ha confermato che un nuovo dispositivo è in preparazione per il 2026. Lo ha definito un progetto “tre in uno” senza aggiungere altro, lasciando tutti a chiedersi cosa diavolo significhi.
Lyu ha almeno dimostrato di aver imparato qualcosa dal disastro del R1. Ha riconosciuto candidamente che nessuno vuole portare con sé due dispositivi
. Meglio tardi che mai, ma resta da vedere se questa consapevolezza si tradurrà in un prodotto effettivamente utile
Cosa NON sarà
Rabbit ha già escluso alcune possibilità. Il nuovo dispositivo non sarà un paio di occhiali smart né un ciondolo indossabile. Questo restringe un po’ il campo, anche se lascia ancora molte opzioni aperte. L’azienda promette qualcosa di diverso. L’R1 era innegabilmente carino, con il suo colore arancione vivace e la forma squadrata ma accogliente. Se il successore mantiene quel livello di appeal estetico aggiungendo funzionalità che effettivamente funzionano, potrebbe avere una chance.
Ma il design da solo non basterà. Questa volta, il pubblico è scottato. Ha già dato i suoi soldi a Rabbit una volta e si sono ritrovati con un soprammobile. Per riconquistare quella fiducia, il nuovo dispositivo dovrà essere impeccabile fin dal suo lancio.