Raccolta e uso dati biometrici: denuncia per Google

Raccolta e uso dati biometrici: denuncia per Google

Il Procuratore Generale del Texas ha accusato Google di aver raccolto e usato i dati biometrici degli utenti, senza il loro consenso esplicito.
Raccolta e uso dati biometrici: denuncia per Google
Il Procuratore Generale del Texas ha accusato Google di aver raccolto e usato i dati biometrici degli utenti, senza il loro consenso esplicito.

Il Procuratore Generale del Texas, Ken Paxton, ha presentato una denuncia contro Google per la violazione della privacy dei cittadini attraverso la raccolta e uso di dati biometrici senza la loro autorizzazione. Una simile accusa era stata mossa contro Facebook nel mese di febbraio. Secondo l’azienda di Mountain View, il Procuratore non ha capito il funzionamento dei suoi prodotti.

Paxton vs Google: scontro infinito

Quella di ieri è solo l’ultima delle denunce presentate dal Procuratore Generale del Texas contro Google. A gennaio aveva accusato l’azienda californiana di tracciare la posizione degli utenti, mentre a dicembre 2020 aveva denunciato Google per abuso di posizione dominante nel settore dell’advertising online.

In base alla nuova denuncia, Google avrebbe violato il Capture or Use of Biometric Identifier Act del 2009 che obbliga le aziende a chiedere il consenso per la raccolta e uso dei dati biometrici (impronte digitali, impronta vocale, scansione dell’iride, riconoscimento facciale). Secondo il Procuratore, l’azienda di Mountain View ha raccolto e usato, senza autorizzazione, i dati relativi a voce e volto con Google Foto, Google Assistant e Nest Hub Max.

Per quanto riguarda Google Foto, la funzionalità incriminata (Face Grouping) è quella che permette di raggruppare foto e video in base ai soggetti presenti. Una simile tecnologia, denominata Face Match, viene sfruttata dal Nest Hub Max per mostrare contenuti personalizzati in base all’utente che si trova davanti alla fotocamera. Google Assistant riconosce invece l’utente con Voice Match.

Il Procuratore ha chiesto al giudice un’ingiunzione permanente, ovvero il divieto di raccogliere e usare i dati biometrici dei texani senza il loro consenso esplicito. José Castañeda, un portavoce di Google, ha dichiarato:

Il Procuratore Generale Paxton ha ancora una volta interpreto erroneamente il funzionamento dei nostri prodotti. Ad esempio, Google Foto ti aiuta a organizzare le foto delle persone, raggruppando volti simili, in modo da poter trovare facilmente vecchie foto. Ovviamente, questo è visibile solo a te e puoi facilmente disattivare questa funzione se lo desideri e non utilizziamo foto o video in Google Foto per scopi pubblicitari. Lo stesso vale per Voice Match e Face Match su Nest Hub Max, funzioni disattivate per impostazione predefinita che offrono agli utenti la possibilità di consentire a Google Assistant di riconoscere la propria voce o il proprio volto per mostrare le proprie informazioni. Metteremo le cose in chiaro in tribunale.

Fonte: Ken Paxton
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Pubblicato il 21 ott 2022
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