Nuovo modello in arrivo per Raspberry Pi, board di sviluppo basata su SoC ARM che si fa ancora più compatta, mantiene le funzionalità e le caratteristiche dei precedenti modelli e costa qualche dollaro in meno. Una manna per gli sviluppatori, che infatti usano la board per fare di tutto – retrogaming in primis.
Come il Modello B+ annunciato qualche mese fa , Raspberry Pi Model A+ rappresenta una versione riveduta e corretta del Modello A a un prezzo inferiore di 5 dollari (20 dollari); il Modello A continua a essere disponibile per l’acquisto, naturalmente allo stesso prezzo del nuovo modello.
Il Modello A+ usa lo stesso SoC ARM delle altre versioni (BCM2835 a 700MHz), lo stesso quantitativo di memoria RAM del Modello A (256 Megabyte) ma è molto più compatto nelle dimensioni, consuma meno energia, è dotato di un output audio migliore, ha un connettore GPIO a 40 pin e include una nuova porta “push-push” per schede Micro SD.
Raspberry Pi Model A+ rappresenta un importante traguardo per la società, spiegano gli sviluppatori, visto che fa scendere ulteriormente il prezzo di una board di sviluppo ultra low-cost dai 25 dollari che nel 2011 sembravano un obiettivo parecchio ambizioso.
La nuova scheda Raspberry dovrà vedersela con una concorrenza sempre più agguerrita che ora conta anche schede per sviluppare su piattaforma x86 Wintel , ma gli appassionati disposti a investire su Raspberry Pi non mancano di certo: un progetto emerso di recente si chiama eNcade , e intende realizzare una console portatile per giocare ai vecchi titoli videoludici sotto emulazione. La campagna di crowdfunding su Kickstarter è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo dei 6.500 dollari richiesti.
Alfonso Maruccia
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nome delle API non implementazione
E' importante chiarire che l'oggetto della contesa è se è legittimo riutilizzare gli stessi nomi delle funzioni/parametri e lo stesso raggruppamento di funzioni.Non riguarda l'implementazione delle API, che rimane comunque del legittimo proprietario.Sarebbe un po' detenere il copyright per i titoli dei capitoli di un libro a prescindere dal contenuto.bradipaoRe: nome delle API non implementazione
- Scritto da: bradipao> E' importante chiarire che l'oggetto della> contesa è se è legittimo riutilizzare gli stessi> nomi delle funzioni/parametri e lo stesso> raggruppamento di> funzioni.> > Non riguarda l'implementazione delle API, che> rimane comunque del legittimo> proprietario.> > Sarebbe un po' detenere il copyright per i titoli> dei capitoli di un libro a prescindere dal> contenuto.Niente ti vieta di, per restare in tema librario, scrivere: "vai alla riga 7 a pagina 42" ;)2014Re: nome delle API non implementazione
- Scritto da: 2014> - Scritto da: bradipao> > E' importante chiarire che l'oggetto della> > contesa è se è legittimo riutilizzare gli stessi> > nomi delle funzioni/parametri e lo stesso> > raggruppamento di> > funzioni.> > > > Non riguarda l'implementazione delle API, che> > rimane comunque del legittimo> > proprietario.> > > > Sarebbe un po' detenere il copyright per i> titoli> > dei capitoli di un libro a prescindere dal> > contenuto.> Niente ti vieta di, per restare in tema librario,> scrivere: "vai alla riga 7 a pagina 42"> ;)Invece pare che si voglia vietare di riutilizzare un nome di funzione (es. PrintScreen() ) per scrivere una funzione che effettui la stampa dello schermo, solo perche' qualcuno in precedenza ha scritto una funzione analoga e ha assegnato quel nome.Stiamo parlando di nomi, di parole, per di piu' in lingua inglese!!!E' una cosa indecente.E c'e' qualcuno che osa pure difenderli!panda rossaRe: nome delle API non implementazione
- Scritto da: panda rossa> Stiamo parlando di nomi, di parole, per di piu'> in lingua inglese!!!> > E' una cosa indecente.E' tanto più indecente perchè trattandosi di lingua inglese e di questioni di "copyright" (ben diverse da quelle dei brevetti o "patents"), se dovesse passare questa linea, sarebbe applicabile anche a libri, manuali, corsi, blog, forum, tutte le forme di espressione dove può essere contestato il diritto alla copia.bradipaoRe: nome delle API non implementazione
- Scritto da: panda rossa> - Scritto da: 2014> > - Scritto da: bradipao> > > E' importante chiarire che l'oggetto> della> > > contesa è se è legittimo riutilizzare> gli> stessi> > > nomi delle funzioni/parametri e lo> stesso> > > raggruppamento di> > > funzioni.> > > > > > Non riguarda l'implementazione delle> API,> che> > > rimane comunque del legittimo> > > proprietario.> > > > > > Sarebbe un po' detenere il copyright> per> i> > titoli> > > dei capitoli di un libro a prescindere> dal> > > contenuto.> > Niente ti vieta di, per restare in tema> librario,> > scrivere: "vai alla riga 7 a pagina 42"> > ;)> > Invece pare che si voglia vietare di riutilizzare> un nome di funzione (es. PrintScreen() )Niente ti vieta di fare una funzione printscreen che formatta l'hard disk2014Re: nome delle API non implementazione
- Scritto da: bradipao > Sarebbe un po' detenere il copyright per i titoli> dei capitoli di un libro a prescindere dal> contenuto.O detenere il copyright sui titoli e sui titoletti degli articoli dei quotidiani, così si può chiedere a Google di pagare i diritti per includerli nei risultati delle ricerche?Queste multinazionali ormai sono uscite fuori di zucca, la società cyberpunk si avvicina a grandi passi.Chissà quale pensano che debba essere il significato dell'acronimo API...ZLoneWHo qualche anno e ricordo Java ...
come una tecnologia creata da Sun Microsystem in modo aperto e collaborativo nei confronti di altre aziende software, in particolare MS e Apple a quel tempo.Il modo aperto era implementato appunto diffondendo l'uso di una API a cui gli implementatori dovevano aderire affinché ricevessero l'attestazione di compatibilità Java. La API definiva classi, metodi e proprietà (e regole di accessibilità di metodi e proprietà) dettagliatamente descrivendo i comportamenti di questi metodi e classi.Ora Oracle pensa che Java sia una tecnologia proprietaria e non copiabile, che quella sia una fuga di informazioni, o almeno crede di poter farla passare per tale. La tecnologia Java si è diffusa proprio perché aveva quei termini di utilizzo.Oracle ha torto sotto tutti gli aspetti riguardo la questione specifica. È una pratica scorretta quella di mettere i concorrenti nelle condizioni di illegalità cambiando le regole che prima erano state garantite e assicurate. È legalmente una svista. Il copyright sulle api dice che le specifiche non possono essere distribuite e non possono essere modificate da altri se non da Sun. Questo non vuol dire che queste specifiche non possano essere usate una volta che uno le ha ottenute, proprio da Sun o da Oracle, per implementare una sua versione. Né vuol dire che l'implementarle in modo giusto o sbagliato ponga il programmatore in uno stato di illegalità.L'acrobazia legale è posta in questi termini:1. Oracle rilascia le specifiche delle API Java2. Oracle pone il divieto di diffusione (distribuzione) non autorizzato delle specifiche.3. Google documenta il proprio sistema che implementa le API Java rilasciate da Oracle.4. Google è colpevole di aver distribuito qualcosa senza il permesso di OracleÈ quasi convincente, no?Ma il punto 2. è sbagliato. I termini non sono di divieto di copia come opera d'autore sulla definizione delle api, ma riguardano l'uso di Java(TM), e questa limitazione è decaduta col tempo (causa Sun-MS) definendo Java come linguaggio e non tecnologiakruksGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiPubblicato il 10 nov 2014Ti potrebbe interessare