Durante questa pandemia di DaD si è parlato molto, ma molto raramente se ne è discusso nel merito. Poco si è fatto per migliorarne le dinamiche, pochissimo si è fatto per integrarla in modo strutturale nelle modalità di interazione, praticamente nulla si è fatto per intervenire sulle difficoltà e scommettere sulle potenzialità. Al tempo stesso, però, si è ragionato sui problemi delle famiglie, sui bonus per l’hardware e le connettività, sulle disuguaglianze correlate, sui problemi infrastrutturali. Ora, con una luce in fondo al tunnel che cerca di aiutare ad affrontare le tensioni di questa nuova coda pandemica, la DaD torna al centro della concertazione tra Stato e Regioni, con una proposta messa sul piatto in queste ore e probabilmente rimodulata fin dalle prossime.
Le Regioni, come noto, hanno chiesto di ammorbidire le misure sulla sorveglianza scolastica per evitare che la DaD non sia soltanto emergenza, ma diventi normalità de facto. Bastano pochi contagi, infatti, per fermare classi intere e questo sta mettendo a repentaglio anche l’organizzazione nelle famiglie (spesso costrette all’assistenza) e nelle aziende (dove i dipendenti sono a casa con i figli o in quarantena per il Covid).
Regioni: non fermiamo gli asintomatici (ma è un problema)
Nella proposta delle Regioni, tuttavia, sembra esserci qualcosa di irricevibile che, molto probabilmente, il ministero sarà costretto a rifiutare. La discriminante proposta dalla Conferenza delle Regioni, infatti, è basata non tanto sulla positività, quanto sull’essere o meno sintomatici. Non si chiede dunque soltanto un trattamento differente per bambini vaccinati rispetto a quelli non vaccinati, ma si suggerisce di focalizzare sul sintomo la presenza o meno in classe.
Abbiamo chiesto modifiche per quanto riguarda le scuole nell’ottica di semplificare il sistema, che deve funzionare in modo semplice: i sintomatici stanno a casa, tutti gli altri continuano con la loro vita, specie se vaccinati. Oggi abbiamo ribadito che il sistema del conteggio dei malati Covid, che tiene conto anche di coloro che risultano positivi ma ricoverati per altre patologie, come il sistema dei colori delle regioni quello del sistema del tracciamento sono tutte cose che appartengono al passato: non sono più coerenti con la situazione della pandemia oggi e pertanto vanno modificate e vanno modificate in fretta
Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria
Il Ministero della Salute, la Cabina di Regia e il Comitato Tecnico-Scientifico a tal proposito avevano già detto anzitempo che non è ancora venuto il momento di ragionare in questi termini: la gravità della curva pandemica è ai massimi, il plateau è stato probabilmente raggiunto soltanto in questi giorni e la cautela deve restare alta per non compromettere i tempi del recupero.
Le proposte delle Regioni sono state quindi probabilmente affrettate e sicuramente ambiziose:
Superare definitivamente il sistema a colori delle zone di rischio assieme all’ esigenza che la sorveglianza sanitaria sia riservata ai soggetti sintomatici rappresentano i caposaldi di un documento che sarà inviato al Governo e che sarà una piattaforma imprescindibile per il futuro confronto fra l’Esecutivo e le Regioni. Va poi semplificata la sorveglianza nelle scuole. Sotto questo profilo per non interrompere continuamente l’attività didattica in presenza è opportuno tenere in isolamento solo gli studenti positivi sintomatici.
Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, sposta invece il focus sui vaccini, aspetto che sembra aprire ad una più semplice concertazione con il ministero:
Si è da poco conclusa la riunione con i Presidenti di tutte le Regioni italiane. Tra le priorità che sottoponiamo al Governo c’è la necessità di rivedere le norme per la gestione a #scuola dei casi di Covid. Bisogna #semplificare, perché per le famiglie e il nostro sistema sanitario è molto difficile affrontare la complessità delle regole imposte a livello nazionale. Chiediamo anche che ai bambini vaccinati alle elementari vengano applicate le stesse regole per continuare a seguire in presenza che ci sono per le medie e le superiori. Sui congedi parentali serve poi un intervento a sostegno dei genitori bloccati a casa per restare al fianco dei propri bambini
Forse un modo per chiedere tanto e ottenere qualcosa, o almeno per sensibilizzare sul problema e costringere il ministero ad una presa d’atto di una situazione oggettivamente complessa per troppe famiglie. Qualcosa, quindi, probabilmente succederà: se ci sarà un nuovo discrimine basato su sintomi o Green Pass, lo si scoprirà nel giro di pochi giorni. Per la DaD, però, il ruolo non cambia: era e resta uno strumento emergenziale, senza riuscire a scalare le gerarchie in virtù di troppi elementi ostativi che ne hanno ormai sancita la bocciatura a priori e senza appello.