REPowerEU: ecco il piano europeo per l'energia

REPowerEU: ecco il piano europeo per l'energia

REPowerEU è il piano europeo per la riorganizzazione delle fonti energetiche, fuggendo dal gas russo per scommettere tutto su elettricità e rinnovabili.
REPowerEU: ecco il piano europeo per l'energia
REPowerEU è il piano europeo per la riorganizzazione delle fonti energetiche, fuggendo dal gas russo per scommettere tutto su elettricità e rinnovabili.

Se la pandemia è stata il motore primo della digitalizzazione, le nuove minacce di guerra mondiale sono un prepotente acceleratore verso l’elettrificazione. I motivi sono tanti e rituonano tra le cronache di questi giorni: il mondo delle rinnovabili non è più soltanto una risposta ai “bla bla bla” (cit.), ma è una necessità geopolitica per proclamare l’indipendenza energetica rispetto ad un mondo che ha dichiarato “nemico” l’intero occidente.

Ursula von der Leyen usa parole che si fanno giorno dopo giorno sempre più esplicite in tal senso: “Dobbiamo diventare indipendenti dal petrolio, dal carbone e dal gas russi. Non possiamo assolutamente fare affidamento su un fornitore che ci minaccia esplicitamente. Dobbiamo agire ora per attenuare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia, diversificare le fonti di approvvigionamento di gas per il prossimo inverno e accelerare la transizione verso l’energia pulita. Quanto più velocemente passeremo alle energie rinnovabili e all’idrogeno, associati a una maggiore efficienza energetica, tanto più velocemente saremo di fatto indipendenti e in controllo del nostro sistema energetico“.

Doveva essere una transizione, invece sta diventando una fuga. Doveva essere un processo lento e virtuoso, invece sarà una corsa di velocità. Sul piatto c’è un piano che, pur costellato di ostacoli e insidie, sta prendendo forma: si chiama REPowerEU.

REPowerEU

Per il momento è tutto soltanto sulla carta, ma non potrebbe essere altrimenti. Anche le istituzioni che da tempo lavoravano per la transizione energetica si son trovate impreparate di fronte al precipitare della situazione. Sul piatto non c’è più la scelta tra l’ignavia e il coraggio: l’aumento dei costi in bolletta e alla pompa di benzina hanno messo sul piatto l’alternativa dei costi alle stelle ed occorre fare di tutto per trovare una forza centrifuga che ci allontani da questa prospettiva di lungo corso.

Non ci è riuscita l’ecologia negli anni ’80-’90, non ci è riuscita la sostenibilità nei primi anni 2000, ci riesce una guerra in questo nuovo ventennio.

Cosa prevede il piano

Il piano REPowerEU prevede anzitutto un quadro di aiuti immediato per creare uno status di equilibrio all’economia: è l’intervento meno virtuoso, ma al tempo stesso quello più urgente ed importante. Inoltre si lavora fin da oggi per evitare nuove ricadute al prossimo inverno: le riserve di gas sono tali da poter arrivare in tranquillità alla stagione calda, ma occorre immediatamente correre affinché le riserve in stoccaggio possano essere almeno al 90% prima della prossima stagione fredda.

L’obiettivo vero, però, è quello di “affrancarci dalla dipendenza dal gas russo“, il che significa ridurre fortemente i consumi attraverso una massiccia elettrificazione. Maggior efficientamento energetico, aumento della produzione rinnovabile e superamento delle strozzature infrastrutturali dovranno accompagnare l’Italia e l’Europa ad un nuovo baricentro, molto più vicino all’elettrico e molto più distante da Mosca. Sia sul fronte del gas (attraverso politiche comunitarie di stoccaggio), sia sul fronte dell’elettricità (attraverso soluzioni comuni per calmierare i costi), l’Europa sarà la grande arma da poter sfruttare:

Per affrontare la questione dell’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia, la Commissione esaminerà tutte le possibilità per l’adozione di misure di emergenza volte a limitare l’effetto di contagio dei prezzi del gas sui prezzi dell’energia elettrica, ad esempio stabilendo limiti di prezzo temporanei. Valuterà inoltre le possibili soluzioni per ottimizzare l’assetto del mercato dell’energia elettrica tenendo conto della relazione finale dell’Agenzia dell’UE per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER) e di altri contributi relativi ai vantaggi e svantaggi dei meccanismi alternativi di tariffazione per mantenere l’energia elettrica a prezzi accessibili, senza perturbare l’approvvigionamento e gli ulteriori investimenti nella transizione verde.

Entro un anno, se si riuscisse a mettere in piedi quanto previsto dal piano REPowerEU,  si ridurrebbe di due terzi i volumi di gas importati dalla Russia e si potrebbe quindi avere minor interdipendenza e maggior libertà. Affrancarsi dal petrolio è qualcosa di più complesso, sul quale si dovrà operare più in sede OPEC che non in sede europea.

La prospettiva è chiara: tutto dovrà diventare elettricità e il gas residuo importato dovrà avere un maggior numero di fonti di approvvigionamento. La stessa Eni, una delle aziende maggiormente chiamate in causa in questo processo, da anni identifica il gas come l’elemento giusto per affrontare la transizione: l’appello ad una politica energetica che migliorasse gli approvvigionamenti attraverso nuovi canali e nuovi rigassificatori, però, cadde nel vuoto e trovò troppi ostacoli. L’Italia si è trovata così sprovvista di un piano vero di transizione esattamente quando questo piano diventava fondamentale.

Ora tocca all’Europa coordinare una risposta comune e REPowerEU è il primo passo. Quel che avremmo potuto fare in un decennio, probabilmente dovremo farlo in un biennio: ci saranno contraccolpi in termini di costi, c’è chi ipotizza anche possibili razionamenti per superare eventuali deficit improvvisi, ma avere chiaro l’obiettivo sarà ciò che orienterà al meglio investimenti e politiche energetiche.

Come avviene la transizione

Un sistema energetico integrato dell’UE basato in gran parte sulle energie rinnovabili e sul potenziamento dell’efficienza energetica è la soluzione più efficace sotto il profilo dei costi per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili a livello di edilizia, anche abitativa, e industria: è questo il secondo pilastro del piano REPowerEU della Commissione. La piena attuazione delle proposte della Commissione “Pronti per il 55 %” ridurrebbe già del 30 % il consumo di gas, ossia 100 miliardi di m³, entro il 2030. Gli argomenti a favore dell’efficienza energetica non sono mai stati così forti, poiché ridurre il consumo energetico di famiglie e imprese significa ridurre non solo le importazioni dalla Russia, ma anche i costi dell’energia per i cittadini e le imprese dell’UE. Le misure del sistema energetico di REPowerEU sosterrebbero un ulteriore risparmio di oltre 25 miliardi di m³ all’anno.

Secondo il piano europeo, l’elettrificazione deve partire anzitutto da tre fattori fondamentali:

  1. accelerazione sull’energia solare (“accelerando fino a 15 TWh la diffusione dei sistemi solari fotovoltaici sui tetti, quest’anno l’UE potrebbe risparmiare altri 2,5 miliardi di m³ di gas“)
  2. investimento sull’energia eolica (“Gli investimenti nelle energie rinnovabili sono ancora troppo spesso ostacolati da lunghe procedure di autorizzazione e da altri cavilli amministrativi a livello nazionale. La comunicazione di oggi esamina in che modo sia possibile allentare le strozzature normative per accelerare le procedure di autorizzazione delle energie rinnovabili e ridurre al minimo i tempi per realizzare progetti e migliorare le infrastrutture di rete“)
  3. conversione degli impianti tradizionali a nuovi impianto a pompa di calore (“si propone di installare 10 milioni di pompe di calore nei prossimi cinque anni per aiutare le famiglie europee a ridurre la loro dipendenza dal gas e di conseguenza le bollette energetiche“)

Tutto lascia supporre che i costi dell’energia andranno a crescere negli anni a venire e questo andrà ad erodere il potere d’acquisto dei cittadini europei. Liberarsi da questa morsa attraverso investimenti in rinnovabili e sostenibilità potrà garantire importanti vantaggi di lungo periodo. La strada è segnata e ognuno può fare la propria parte sapendo che difendere i propri risparmi significa anche investire in modo virtuoso per la collettività.

Dietro all’abbozzato REPowerEU, insomma, non c’è soltanto un piano economico: c’è una visione identitaria, c’è un valore geopolitico, c’è il concetto stesso di libertà.

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Pubblicato il
9 mar 2022
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