Huawei è stata inserita nella famigerata Entity List del Dipartimento del Commercio a maggio 2019. Secondo il governo statunitense, l’azienda cinese rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale perché può spiare i cittadini attraverso le sue infrastrutture di rete. Ma dopo quasi cinque anni è evidente che le restrizioni non sono servite a nulla, considerati anche gli ultimi eventi relativi ai chip AI.
Huawei è praticamente immortale
L’inserimento nella Entity List impedisce a Huawei di avere rapporti commerciali con le aziende statunitensi. Il governo ha speso miliardi di dollari per sostituire le apparecchiature di rete, convincendo anche i paesi alleati. Il produttore cinese non può inoltre vendere smartphone negli Stati Uniti e Google non può fornire la licenza per l’uso dei servizi per Android.
Prima del ban, Huawei era il più grande produttore mondiale di smartphone. Oggi vende i dispositivi principalmente in Cina e usa HarmonyOS al posto di Android e Windows. L’ultima versione (HarmonyOS Next) verrà installata anche sulle automobili di BMW. La popolarità del sistema operativo è in aumento, come dimostra lo sviluppo di app dedicate da parte di aziende non cinesi. Huawei offre un tool per convertire le app Android e incentivi agli sviluppatori.
L’assistente digitale di Huawei sfrutta i modelli di DeepSeek, quindi la Cina potrebbe sfidare la leadership degli Stati Uniti. In base agli ultimi risultati finanziari, le entrate hanno quasi raggiunto il livello pre-ban. Ciò dimostra che le restrizioni hanno solo temporaneamente indebolito il gigante di Shenzhen.
L’ennesima prova della resilienza di Huawei è arrivata in seguito alle restrizioni sulle esportazioni di chip AI. L’amministrazione Trump ha vietato la vendita delle GPU H20 (NVIDIA ha perso 5,5 miliardi di dollari), ma è già è pronto il lancio del chip Ascend 920 che offrirà simili prestazioni.
Secondo il Wall Street Journal sono in corso i test del chip Ascend 910D che dovrebbe essere più potente della GPU NVIDIA H100. Huawei vuole dimostrare che le restrizioni statunitensi non servono a nulla.