Roma – Non era mai accaduto di svegliarsi e vedere Roma capitale dell’informatica e dell’innovazione tecnologica. La città eterna, per anni meta di politici e portaborse di vario genere, si trovava finalmente immersa nella tecnologia.
Questo è stato il pensiero di molti romani alla notizia dell’apertura dello SMAUcomm2000 e della straordinaria concomitanza con l’alternativo Hackmeeting .
SMAU è stata la grande delusione: di tecnologia e di nuova economia si è visto ben poco o nulla, il disappunto è stato grande. Preferisco perciò limitarmi a raccontare qualche nota di colore sulla fiera dell’informatica nella città del Giubileo.
La prima apparizione della mattinata sono i top manager in completo grigio, vistoso sigaro in bocca, capello rasato all’ultimo urlo, nodo della cravatta extralarge e immancabile scooter dell’ultima generazione. Seguono le hostess e le addette agli stand, sempre splendidamente avvenenti e disponibili a distribuire sorrisi a tutti.
Passando dalle ragazze dell’Alcatel dall’improbabile bandana arancione alle più sobrie ragazze di Siemens con uno splendido completo stile tennis, non posso ignorare i personaggi che vagano nell’area espositiva inalberando cartelloni che recano la “profonda” frase: “Ma se non hai internet dove vai?”. In definitiva, in questo contesto le ragazze più carine sono quelle di Infostrada, semplicemente perché più sobrie e preparate.
E ‘ la fiera della mania del cellulare, dove si tenta di vendere prodotti ancora non disponibili come le famose linee ADSL: i più disparati carrier telefonici italiani sono tutti lì a proporre la loro offerta che però va sempre a cozzare contro l’attuale proprietario delle infrastrutture telefoniche nazionali. Tutte le forniture ADSL sono vincolate alla capacità tecnica di Telecom Italia, che rimane monopolista dei backbone. Anche Telecom Italia è presente in grande spolvero e naturalmente affida l’immagine alle sue ragazze in rosso.
E ‘ stato buffo vedere tutti questi carrier telefonici che vendevano linee dedicate ma non riuscivano a far navigare alcun visitatore sulla rete internet: mancavano macchine predisposte e quelle poche che c’erano facevano rimpiangere le vecchie connessioni a 9600 baud.
Tra telefonia cellulare, carrier telefonici ed ISP, tra gadget ed l’immancabile CD di accesso gratuito alla rete internet, hanno trovato spazio anche i professionisti del networking come SIDIN ed altri produttori concorrenti con la loro proposta di qualità.
Di innovazione non si è visto nulla, o meglio qualcosa c’era davvero, ma era quasi nascosta in questo fenomeno di luci e di colori. Voglio citare un prodotto nuovo per architettura e concezione che mi ha subito preso: si tratta di un’armadio contenente servers formati da componenti modulari che possono essere inseriti e dismessi a caldo senza compromettere la stabilità del sistema. Questo prodotto, destinato a server di produzione di un certo livello, prende il nome di ChameleonPCI, una soluzione flessibile basata su CompactPCI importato in Italia dalla Delfo Italiana Srl: è possibile valutare meglio le potenzialità del prodotto alla URL http://www.chameleonpci.com/ .
Ho volutamente disertato la sala congressi, sinceramente l’odore del sigaro mi indispone come tutto quello sinora descritto. Se questa è la famosa cultura informatica della New-Economy direi che dobbiamo darci tutti all’infornatica. Questa è stata la mostra dedicata alle imprese e agli operatori del mezzogiorno con l’obiettivo di favorire la cooperazione tecnologica e commerciale.
Tolto l’abito da circostanza, punto l’attenzione su Hackmeeting2000, svoltosi nel centro sociale del Forte Prenestino. L’atmosfera è ben diversa, è tutto molto, anche troppo anticonformista, qualsiasi attività è totalmente ispirata alla condivisione della cultura hacker, che non ha nulla a che vedere con le pratiche cracking di questi ultimi tempi. E ‘ stato molto interessante il corso sul TCP/IP ed in generale tutte le tematiche affrontate dai vari relatori erano importanti e di elevato spessore culturale.
In un vero e proprio fortino militare, tra feritoie e torrette c’era la Cattedrale, il luogo del culto dell’Hackmeeting: lì si snodava la rete locale con centinaia di macchine sistemate tra le campate. Il server era la porta del Forte su internet e LINUX era la tecnologia emergente; tra i sistemi utilizzati ho visto anche macchine con OS/2.
Gli hacker, come cultura informatica insegna, erano lì sulle loro macchine che compilavano, componevano ed ascoltavano musica ma soprattutto condividevano tra loro molto sapere e cultura informatica.
E ‘ stato piacevole conoscere gli amici della posta elettronica per ritrovarsi a discutere delle nostre passioni. Purtroppo il seminario tecnico più importante, quello su SNMP, è saltato, ma questo non toglie significato all’evento.
Per la prima volta a Roma sistemisti, amministratori di rete e programmatori hanno snobbato SMAU e si sono incontrati all’Hackmeeting2000 e tutto questo è accaduto senza appuntamenti o contatti precedenti.
E ‘ vero che la cultura underground è l’espressione dell’anticonformismo per eccellenza, ma è vero anche che oggi “fa fico” essere diversi, essere un po ‘ smanettoni, in fondo SMAUcomm2000 ed Hackmeeting sono due facce diverse della stessa medaglia.
Ho trovato molto conformismo e globalizzazione nell’anticonformismo spinto di Hackmeeting, ho notato superficialità e conformismo spinto all’eccesso a SMAucomm2000. Si trattava lo stesso argomento in due modi diversi: la vendita del prodotto finito nella consapevolezza di non aver insegnato nulla allo SMAU e l’approfondimento, lo scambio di opinioni e di idee di Hackmeeting tra chi pratica un po ‘ di cultura informatica.
Rimane il fatto che l’underground di Hackmeeting esce vincente in questo confronto ad armi impari: il tecnico, l’informatico ha lasciato SMAU alla massa incompetente per rifugiarsi nella preparazione dei suoi simili. Per la prima volta il tecnico si è chiuso nel suo ambiente e, diciamocelo francamente, sapevamo che prima o poi saremmo giunti a rivendicare la nostra preparazione che è e rimane solo al servizio dei nostri simili: abbiamo raggiunto la consapevolezza di essere diversi.
La vera diversità dell’Hackmeeting sta nella competenza della gente che, per curiosità e per espressa volontà, ha fatto dell’evento il cardine di questi 4 giorni della Roma informatica.