Mosca – La Russia è dipendente dal software estero ? Ne sono convinti i membri del partito populista “Russia Unita” che, forti di 222 rappresentanti su 450 nel parlamento moscovita, hanno presentato una proposta di legge alla Duma per mettere al bando molte delle tecnologie informatiche sviluppate al di fuori delle frontiere nazionali e utilizzate in ambito pubblico.
La bozza di normativa, presentata da un gruppo di giovani legislatori, mira alla salvaguardia degli interessi nazionali ed indica la via dell’ autarchia digitale come “l’unica possibilità per garantire la sicurezza della Federazione Russa”. Se approvata, la legge vieterebbe l’uso di sistemi operativi ed applicativi sviluppati all’estero su tutti i computer statali o utilizzati dal governo. “Per salvaguardare l’integrità dei sistemi informatici dello stato”, dice Alexander Khinshtein, uno dei proponenti, “abbiamo bisogno di questo tipo di protezione”.
Oltre il 90% dei software utilizzati in Russia, attualmente, è sviluppato altrove. “La nostra nazione è completamente dipendente dall’estero per tutto quello che riguarda l’informatica”, dice Gennady Gudkov, un altro rappresentante del partito populista. “Alcuni responsabili e dirigenti del settore pubblico”, continua Gudkov, “hanno addirittura ricevuto mazzette per favorire l’uso di software estero”.
La Russia conta attualmente su alcuni dei migliori programmatori al mondo grazie anche all’enorme quantità di giovani studenti plasmati dal rigido sistema accademico locale, incentrato su un’educazione di tipo tecnico e scientifico .
Va detto che di recente le esportazioni dell’industria informatica russa hanno conosciuto un boom commerciale : con un incremento annuo attorno al 33%, la Russia potrebbe presto avere le carte in tavola per diventare un agguerrito competitore di Stati Uniti ed Unione Europea.
Tra le aziende occidentali che hanno maggiori interessi in Russia spicca Microsoft che, nel tentativo di stroncare l’ allarmante fenomeno della pirateria , ha cercato di promuovere la vendita di Windows Lite sul mercato locale.
Tommaso Lombardi