Semenzato: Echelon è in Italia ed è un pericolo

Semenzato: Echelon è in Italia ed è un pericolo

Una nuova interrogazione del parlamentare verde prende di mira il sistema di sorveglianza, minaccia per l'economia europea e per la privacy dei suoi cittadini
Una nuova interrogazione del parlamentare verde prende di mira il sistema di sorveglianza, minaccia per l'economia europea e per la privacy dei suoi cittadini


Roma – “Il Governo faccia chiarezza sulla attività della base usa di San Vito dei Normanni. Interrogazione del Senatore Stefano Semenzato, Vicepresidente del gruppo parlamentare dei Verdi.

Al Presidente del Consiglio dei Ministri, premesso che:
– uno studio preparato per il Parlamento Europeo da Duncan Campbell e reso pubblico in questi giorni fornisce nuove prove dell’esistenza e delle modalità di funzionamento del sistema “ECHELON” destinato alle intercettazioni delle comunicazioni internazionali; all’interno di tale rapporto viene citata la base di San Vito dei Normanni in Puglia come uno dei centri di spionaggio; si sostiene inoltre che da parte degli Stati Uniti i dati raccolti vengono usati anche per scopi di guerra commerciale a favore di industrie statunitensi;

– in tale studio, dal titolo “The state of the art in Communications Intelligence” (COMINT) of automated processing for intelligence purposes of intercepted broadband multi-language leased or common carrier systems and its applicability to COMINT targetting and selection, including speech recognition? Interception Capabilities 2000″ si mette in evidenza che questo sistema altamente automatizzato, gestito principalemente dalla NSA (National Security Agency) americana e messo in piedi in seguito all’accordo UKUSA sottoscritto nel secondo dopoguerra da Stati Uniti e Gran Bretagna e firmato poi anche da Australia, Canada e Nuova Zelanda – accordo la cui esistenza è stata resa nota solo nel marzo del 1999 – ha tenuto sotto controllo le comunicazioni internazionali a partire anche da una serie di installazioni all’interno di basi militari in diversi paesi;

– è noto che un imponente sistema di intercettazione era stato disposto durante la guerra fredda nel Mediterraneo con il fine di controllare e monitorare le comunicazioni militari sovietiche da e per il bacino del Mediterraneo e che tale sistema aveva il suo punto centrale nella base militare americana di S. Vito dei Normanni, in Puglia. Tra le tante attrezzature spionistiche presenti nella base venne installata nel 1964 un’antenna radiogonometrica del tipo AN/FLR-9 “Elephant cage” capace di registrare milioni di comunicazioni radio e telefoniche, comprese ovviamente quelle che si svolgono in Italia. Tutti i dati raccolti nell’area del Mediterraneo dai vari sistemi di spionaggio terrestre ed aereo venivano inviati alla base di San Vito dei Normanni che li elaborava e poi trasferiva a Napoli, al comando delle forze navali statunitensi e dai qui negli Stati Uniti.

– l’attività di ECHELON, lungi dall’essersi arrestata dopo la fine della guerra fredda, è anzi stata potenziata e ampliata: il sistema è oggi in grado di captare e analizzare due miliardi di comunicazioni private al giorno, comunicazioni che passano attraverso il telefono, il fax, internet, anche a scopi di spionaggio industriale e commerciale;

considerato che:

– la fine della guerra fredda e la crescente integrazione degli ex nemici nel sistema di sicurezza transatlantico fa venire meno quelle esigenze di difesa nazionale che avrebbero giustificato il ricorso ad un tale sistema di spionaggio durante la guerra fredda;
– l’utilizzazione di questo o altri sistemi suscettibili di controllare enormi flussi di informazione su scala globale può costituire, oltre che una violazione della libertà dei cittadini, un serio rischio per la democrazia;
– esistono fondati sospetti che tale sistema di spionaggio possa venire utilizzato per fini difformi da quelli della sicurezza e della pace, ma invece per scopi industriali o di controllo delle vita interna dei singoli stati;

per sapere:
– quale sia attualmente l’attività e la dotazione tecnologica della base di San Vito dei Normanni;
– se il Governo italiano abbia una qualche forma di controllo sull’attività di questa base;
– se non intenda porre all’alleato Usa la richiesta di un controllo italiano sull’attività della base;
– se non intenda comunicare al Comitato parlamentare per i servizi di informazione e di sicurezza e per il segreto di Stato tutti i dati riservati relativi alla attività della base in questione.

Sen. Stefano Semenzato”

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Pubblicato il
25 feb 2000
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