SKY Italia denunciata in Europa

SKY Italia denunciata in Europa

L'Istituto Ravà ha presentato un esposto alle autorità antitrust comunitarie chiedendo l'intervento immediato per quelle che ritiene siano pratiche monopolistiche che danneggiano mercato ed utenti
L'Istituto Ravà ha presentato un esposto alle autorità antitrust comunitarie chiedendo l'intervento immediato per quelle che ritiene siano pratiche monopolistiche che danneggiano mercato ed utenti


Roma – Una denuncia alle autorità antitrust europee per tentare di fermare l’operazione con cui SKY Italia sta imponendo le proprie tecnologie crittografiche e i propri decoder sul mercato italiano. Questo il profilo della nuova iniziativa legale assunta dall’ Istituto Ravà , ente interamente dedicato al diritto del mercato.

Secondo i giuristi dell’Istituto, la filiale italiana di News Corporation ha prima assunto una posizione da monopolista sul mercato delle pay-tv via satellite e poi l’ha sfruttata abusivamente con conseguenze gravi sulle imprese e sui cittadini italiani.

A SKY Italia viene attribuito dall’Istituto il mancato rispetto di un obbligo fondamentale previsto dalla stessa Commissione Europea: pur accettando la posizione dominante di SKY, infatti, le autorità comunitarie avevano imposto di mantenere aperto il mercato televisivo satellitare . “Tale obbligo – si legge nell’esposto – non andrebbe letto solo come incentivo per consentire l?accesso alla piattaforma digitale da parte di potenziali ?fornitori di contenuti?, ma dovrebbe essere tradotto – per non restare sulla carta – in un principio di massima da applicare in qualsiasi ambito operativo ove il monopolista può efficacemente esercitare pressioni anticoncorrenziali”.

Secondo l’Istituto Ravà, SKY sta abbandonando il Simulcrypt (ossia la trasmissione in codifica SECA II e codifica NDS) per abbracciare il solo NDS senza però consentire a nessun altro costruttore di realizzare decoder alternativi ai propri . Inoltre i giuristi dell’Istituto sostengono che, così facendo, “SKY offrirà gratuitamente a tutti gli abbonati SECA l?unico impianto in grado di decrittare il proprio segnale, mettendo così fuori gioco qualsiasi altro decoder sprovvisto di NDS che diverrà automaticamente inutile, ingombrante e quindi scomodo agli occhi dei consumatori inesperti”. Come noto SKY ha di recente sostenuto di non aver ancora mai ricevuto richieste da parte di costruttori per le CAM NDS necessarie a realizzare i decoder alternativi, una dichiarazione che fin qui non ha avuto altri riscontri.

In definitiva, continuano gli esperti del Ravà, la condotta di SKY viola le normative europee e punta ad “estromettere dal mercato i produttori europei di decoder”. “Questo diniego di un?essential facility, qual è il codice NDS – si legge nella denuncia – costituisce insomma un gravissimo abuso di posizione dominante che pregiudica notevolmente la concorrenza comunitaria nel mercato high-tech”.

Ma non finisce qui. Secondo l’Istituto, infatti, ad uscirne danneggiati sono soprattutto i consumatori , la cui libertà di scelta sarebbe “irrimediabilmente compromessa” perché “una volta ricevuto il ?regalo? di Sky”, ossia il decoder SKYBOX, “non potranno più vedere una vasta serie di canali europei, a pagamento e non, salvo decidano di dotarsi di due diversi impianti, due diversi telecomandi, due diversi sistemi di sintonizzazione, due prese SCART, diversi metri di cavi, e in certi casi addirittura di due parabole”.

Il tutto, secondo gli esperti dell’Istituto, è condito dal fatto che anche i fornitori di contenuti se la passano male , in quanto o accettano le condizioni di SKY per apparire nei contesti delimitati da SKY o devono sperare “che i vecchi impianti Telepiù o Stream non vengano cestinati dai consumatori all?arrivo del nuovo, visto che solo pochissimi di loro saranno disposti a comprare (e configurare) un secondo ricevitore per mantenere lo status quo ante”.

Alle autorità europee, dunque, l’Istituto Ravà chiede tre disposizioni. La prima che obblighi SKY a fornire il codice NDS a qualunque produttore lo richieda; la seconda che consenta agli abbonati SKY di rendere visibili tutti i canali in chiaro oggi disponibili oppure, laddove vi siano problemi tecnici, a consentire agli abbonati di scegliere liberamente a quali canali free accedere; la terza è di stabilire multe e sanzioni per la condotta fin qui portata avanti da SKY Italia.

Come si ricorderà un precedente esposto dell’Istituto, rivolto questa volta all’ Antitrust italiano , era stato rigettato .

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Pubblicato il
7 dic 2004
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