Parallelamente alle discussioni sul sistema unico SPID-CIE, il Governo sembra interessato a muoversi per rilanciare i borghi tramite lo smart working. Il lavoro da casa con il computer o altri “smart devices” è infatti, agli occhi del ministro delle Imprese Adolfo Urso, la chiave per dare nuova linfa vitale ai piccoli centri cittadini ormai abbandonati o a rischio abbandono. Si tratterà di una soluzione vincente?
Smart working per il bene della penisola
Nel contesto di Vinitaly Urso ha tenuto un intervento sul tema, affermando che uno dei provvedimenti sui quali il Governo è al lavoro concerne proprio la promozione del Paese e il ripopolamento dei piccoli centri con uno slogan: “Lavora nel mondo, vivi in Italia”. L’iniziativa, pertanto, riguarda in particolar modo coloro che decidono di mantenere la propria attività lavorativa al di fuori dei confini italiani ma decidono di vivere entro essi.
In particolare, come ripreso dal Corriere Comunicazioni, Urso ha aggiunto:
“Il lavoro a distanza, nel turismo ma anche per quanto riguarda la rivoluzione digitale, rende straordinariamente competitivi i borghi italiani nell’economia globale. Si può fare e lo faremo. I nostri borghi sono molto competitivi.”
Il disegno di legge presentato dal PD e assegnato alla Commissione Affari Costituzionali del Senato parla chiaro: i comuni con popolazione residente fino a 5.000 abitanti, i quali stanno registrando da oltre un decennio un progressivo spopolamento, devono essere ri-vitalizzati con “servizi essenziali e incentivi volti alla migrazione”.
I sostegni fiscali e contributivi ai datori di lavoro promotori dello smart working nei piccoli borghi per non meno di cinque anni non saranno pochi, tantomeno le agevolazioni per l’insediamento di nuovi residenti nei piccoli comuni, famiglie con ISEE inferiore a 40 mila euro incluse.
L’investimento è integrato nel “Piano Nazionale Borghi”, a sua volta parte del Pnrr nel contesto della missione “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”. Si rivelerà un successo? Staremo a vedere.