Sony Italia: così la SIAE ingrassa. Punto

Sony Italia: così la SIAE ingrassa. Punto

Non piace neppure alla Sony la nuova legge sul diritto d'autore: sarebbe stato più utile ridurre l'Iva, dicono i dirigenti della divisione italiana. In una intervista all'Asca, un boss di Sony Italia spiega perché così non può funzionare
Non piace neppure alla Sony la nuova legge sul diritto d'autore: sarebbe stato più utile ridurre l'Iva, dicono i dirigenti della divisione italiana. In una intervista all'Asca, un boss di Sony Italia spiega perché così non può funzionare


Roma – A pochi giorni dal varo della nuova legge sul diritto d’autore in Italia, arriva la “scomunica” della Sony. La divisione italiana dell’azienda, infatti, ritiene che la nuova norma non colpisce i problemi centrali e che all’industria i cui diritti si vogliono proteggere sarebbe stato molto più utile un calo dell’Iva dal 20 al 4 per cento sui prodotti in vendita.

In una intervista all’Asca, il presidente di Sony Computer Entertainment Italia, Corrado Buonanno, ha spiegato che i games che Sony vende hanno da tempo il bollino SIAE ma ha specificato che “non siamo d’accordo con questa strategia. Dobbiamo pagare il cosiddetto diritto d’autore alla SIAE ma questa somma non arriva al legittimo possessore di tali diritti e cioè il creatore del gioco o l’ideatore del prodotto ma resta nella casse della SIAE”.

Secondo Buonanno, per la sua azienda la legge non cambierà la situazione: “Fino ad oggi in Italia sono apparsi 30 milioni di videogiochi contraffatti ma il danno per Sony è stato molto limitato perché da recenti studi abbiamo capito che chi compra un gioco contraffatto non avrebbe mai comprato un gioco originale comunque”.

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Pubblicato il
21 set 2000
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