Sony rileverà i sensori ottici di Toshiba

Sony rileverà i sensori ottici di Toshiba

Le due aziende hanno confermato l'avvio delle trattative: Sony potrebbe potenziare un business in crescita e Toshiba fare cassa per risollevarsi
Le due aziende hanno confermato l'avvio delle trattative: Sony potrebbe potenziare un business in crescita e Toshiba fare cassa per risollevarsi

Le indiscrezioni dei giorni scorsi portate alla luce da Reuters sono state confermate da due comunicati delle due aziende interessate: Sony e Toshiba hanno firmato una dichiarazione d’intenti in cui si impegnano nelle negoziazioni per la cessioni degli impianti produttivi e degli altri asset della divisione dedicata ai sensori ottici di Toshiba, che dovrebbero convergere nella nuova sussidiaria Sony Semiconductor Corporation che sarà operativa dalla prossima primavera.

L'impianto di Oita L’accordo dovrebbe trasferire a Sony l’ impianto produttivo di Oita, presso cui Toshiba gestisce le forniture per Nokia, HTC, LG e Nikon, nonché i 1100 dipendenti che operano nel settore, che saranno assorbiti da Sony per potenziare il proprio fiorente business dei sensori CMOS. Nel 2014 si stima che l’azienda detenesse oltre il 40 per cento del mercato dei sensori ottici, grazie anche ai numerosi accordi con i produttori di dispositivi mobile, fra cui Apple e Samsung.

Sony, peraltro, nel 2015 ha già messo in campo investimenti sostanziosi e acquisizioni per potenziare un ramo di azienda già più che promettente , che gli analisti prevedono possa raddoppiare il proprio giro di affari nel corso dei prossimi due anni.

Toshiba, dal canto suo, soprattutto alla luce dello scandalo dei bilanci emerso nel corso dell’estate, ha la possibilità di alleggerirsi di una divisione che nel 2014 valeva l’1,9 per cento del market share globale, per concentrarsi sul business delle memorie, i cui investimenti in ricerca permettono all’azienda di restare competitiva.

Nella nota diramata dalle due aziende non si fa accenno ai termini economici dell’accordo, che le indiscrezioni di Reuters valutavano 165 milioni di dollari, ma si indica il 2016 come orizzonte temporale per la chiusura dell’operazione.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
28 ott 2015
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