C’era una volta un mondo in cui creare video richiedeva almeno una videocamera, qualche idea su cosa filmare, e la pazienza di imparare a usare un software di editing. Poi è arrivata l’intelligenza artificiale e ha ribaltato tutto. Ora con una semplice descrizione, il famoso prompt di testo, è possibile generare un video.
OpenAI ha lanciato Sora, il suo generatore di video AI, prima su iOS a settembre, dove ha fatto il botto con oltre un milione di download in una settimana, e ora su Android negli Stati Uniti, Canada, Giappone, Corea, Taiwan, Thailandia e Vietnam. Si, l’Italia per il momento è ancora esclusa.
OpenAI lancia Sora su Android, un milione di download e la corsa al Google Play Store
Quando Sora è arrivato sull’App Store di Apple a settembre, è schizzato in cima alle classifiche come un razzo. Un milione di download in sette giorni non è roba da poco, soprattutto per un’app che genera video tramite AI, per di più sul telefono. L’arrivo su Android significa che OpenAI può raggiungere una base di utenti molto più ampia.
Android domina il mercato globale degli smartphone, e portare Sora sul Google Play Store equivale ad aprire le porte a centinaia di milioni di potenziali nuovi utenti. La versione Android mantiene tutte le funzionalità di quella iOS, inclusa “Cameo“, la funziona che permette di generare video usando la propria immagine, o quella di chi ne ha consentito l’utilizzo, come base.
The Sora app is now available on Android in:
Canada
Japan
Korea
Taiwan
Thailand
US
Vietnam pic.twitter.com/wmx5KU4VM1— Sora (@soraofficialapp) November 4, 2025
È possibile caricare una propria foto e Sora genera video dove si fanno cose mai fatte. Surf su onde impossibili, balli in discoteca con outfit assurdi, viaggi nello spazio. Le possibilità creative sono infinite, ma anche i problemi…
Sora non è solo un generatore di video. Ha anche un feed social che ricorda pericolosamente TikTok, dove gli utenti possono condividere i loro video generati dall’AI, scoprire contenuti degli altri, e interagire con like e commenti. È una mossa strategica molto chiara, OpenAI non vuole solo offrire gli strumenti per creare video AI, vuole anche diventare la piattaforma dove quei video vengono condivisi.
Lancia il guanto di sfida a Meta, che ha recentemente lanciato il proprio feed video basato sull’AI chiamato Vibes, e ovviamente a TikTok e Instagram che dominano già il mercato dei video brevi. La differenza è che su Sora tutti i video sono generati dall’intelligenza artificiale. È una sorta di esperimento sociale: cosa succede quando un feed è completamente sintetico?
Il rischio è che diventi un fiume infinito di contenuti strani, surreali, creativi ma anche inquietanti. Video di cose che non sono mai successe, persone che non esistono, situazioni impossibili presentate come se fossero reali. E qui iniziano i problemi.
Deepfake, personaggi storici e la moderazione che non funziona
Dopo il lancio iniziale, è successo quello che chiunque avrebbe potuto prevedere. La gente ha iniziato a creare deepfake inappropriati. Sono iniziati a circolare video irrispettosi di figure storiche come Martin Luther King Jr., tanto da costringere OpenAI a sospendere la generazione di contenuti che ritraggono il Dr. King e a rafforzare le misure di sicurezza.
È il problema delle piattaforme che permettono agli utenti di creare contenuti senza moderazione preventiva. Alcune persone useranno lo strumento in modo creativo e rispettoso, altre lo useranno per fare cose orribili. E quando lo strumento è così potente da creare video realistici di chiunque faccia qualsiasi cosa, il potenziale di abuso tocca vette altissime…
OpenAI ha anche dovuto affrontare polemiche sui personaggi protetti da copyright. SpongeBob, Pikachu, e altre figure iconiche sono spuntate nei video generati da Sora, scatenando l’ira dei titolari dei diritti. L’azienda ha cambiato la sua politica da “opt-out”, dove i titolari dei diritti dovevano chiedere attivamente di essere esclusi, a “opt-in”, dove devono dare esplicitamente il permesso.
La battaglia legale con Cameo (l’altro Cameo)
E poi c’è la questione del nome. OpenAI ha chiamato la sua funzione di punta “Cameo“, che permette di inserire la propria faccia nei video generati dall’AI. Peccato che esista già una piattaforma chiamata Cameo, quella dove si può pagare celebrità per registrare video personalizzati, e loro non sono per niente contenti. È partita una controversia legale tra OpenAI e il celebre servizio di video personalizzati, e ora Sam Altman ha un problema legale in più da gestire.
Le funzioni in arrivo: animali e oggetti protagonisti
OpenAI ha grandi piani per il futuro di Sora. Tra le funzionalità in arrivo ci sono i cameo di animali domestici e oggetti inanimati. Si vuole creare un video del proprio gatto che guida una Ferrari? Presto si potrà fare.
Arriveranno anche strumenti di editing video di base, come la possibilità di unire più clip generate dall’AI. E Sora prevede di aiutare gli utenti a personalizzare i propri feed social, concentrandosi sui contenuti di persone specifiche invece che su un vasto pubblico casuale. In pratica, sarà possibile seguire solo i creatori che interessano invece di essere sommerso da contenuti random.