Sorveglianza, investire sulla tecnologia non basta

Sorveglianza, investire sulla tecnologia non basta

Schneier lancia un nuovo allarme: si moltiplicano i casi in cui i controlli della sicurezza negli aeroporti si trasformano in processi sommari alle intenzioni. Per giunta senza avvocato e giudice super partes
Schneier lancia un nuovo allarme: si moltiplicano i casi in cui i controlli della sicurezza negli aeroporti si trasformano in processi sommari alle intenzioni. Per giunta senza avvocato e giudice super partes

San Francisco – L’escalation di misure preventive tese ad evitare il ripetersi di nuovi drammi collettivi come l’abbattimento delle Torri Gemelle del World Trade Center non conosce sosta, e la maggioranza della collettività pare ormai rassegnata al sacrificio del diritto alla riservatezza se questo può aiutare a rendere gli aeroporti, le città, i centri finanziari più sicuri. Tuttavia, come segnala il blog dell’esperto di sicurezza Bruce Schneier, di pari passo aumentano invece i casi che dimostrano come il bisogno di sicurezza venga usato a pretesto per l’estensione di un controllo sempre più simile alla paranoia di stato, molto abile nel prendere abbagli ma poco rassicurante in quanto ad efficacia concreta.

In particolare, Schneier indica il caso di un passeggero che stava per imbarcarsi in un piccolo scalo aeroportuale nella California del Sud, trattenuto per controlli e infine buttato al fresco per sospetto uso di sostanze stupefacenti. L’uomo, come lui stesso racconta in un post sul forum di FlyerTalk, è stato vittima di un vero e proprio terzo grado da parte dell’agente del TSA dell’aeroporto, per il solo fatto di essere colpevole di portare con sé una palla fatta con elastici di gomma che ha insospettito il funzionario governativo. Dopo aver passato 12 ore in carcere con l’accusa di essere sotto l’effetto di droghe, la brutta avventura dell’uomo è finita a seguito del risultato negativo del test del sangue.

E non è un problema solo americano: in Svezia, una donna ha passato un brutto quarto d’ora dopo la confisca da parte della security dell’aeroporto parigino delle proprie medicine. La signora, affetta da una grava forma d’asma e da aritmia cardiaca, necessitava di tenere i flaconi sequestrati sempre a portata di mano: una volta sul volo che la stava riportando in Svezia è andata in shock allergico, calmatosi solo dopo che la hostess le ha portato un contenitore con le medicine sequestrate al controllo.

All’aeroporto internazionale di San Francisco, invece, si è registrato un nuovo caso di controllori controllati , sempre ad opera della compagine governativa della Transportation Security Administration : gli agenti della TSA sono stati scoperti nella pratica di “spiare” gli addetti alla sicurezza e al controllo dei passeggeri, con l’intento di verificare se questi facessero bene il proprio lavoro. Ebbene, non solo la copertura è saltata, ma il report dell’operazione ha messo in luce anche la mancata attenzione degli agenti ad una potenziale falla nella sicurezza dei controlli , con un passeggero non ispezionato a dovere al checkpoint.

Infine, sei Imam musulmani sono stati estromessi da un volo al St.Paul International Airport di Minneapolis, per la semplice ragione di aver “pregato troppo rumorosamente”, come ha riportato un agente della sicurezza del gate, e per apparire forse troppo mediorientali tanto da spaventare alcune persone.

“Abbiamo un problema serio in questo paese”, denuncia Schneier, “Gli agenti della TSA operano al di sopra e al di fuori della legge. Senza processo imparziale, verdetto del giudice o possibilità di appello”. I nuovi episodi con al centro l’attività della TSA fanno l’eco a quelli già denunciati in passato dallo stesso Schneier: nel caso del test al Newark International Airport, i funzionari federali dell’agenzia per il controllo della sicurezza nei trasporti sono sembrati più interessati ad “individuare la gola profonda” che ha permesso la scoperta dello screening classificato, piuttosto che a risolvere i problemi concreti individuati nelle procedure di ispezione dei passeggeri.

Alfonso Maruccia

ps. Inutile dire che in rete ci si sbizzarrisce in satira di ogni genere sui controlli di sicurezza in aeroporto. E c’è anche chi cerca di dimostrarne i “buchi” con dei video, come quello qui sotto:

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Pubblicato il
23 nov 2006
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