Si torna a parlare di obsolescenza programmata, con il dito questa volta puntato nei confronti di alcune stampanti Epson. Tutto ha avuto inizio con un post condiviso su Twitter a fine luglio da Mark Tavern, docente presso l’Università di New Haven (Connecticut) che recita: La stampante Epson molto costosa di mia moglie ha appena mostrato un messaggio secondo cui ha raggiunto il termine del suo ciclo vitale e ha provveduto da sé a rendersi non più funzionante, apparentemente è però possibile pagare per la riparazione o acquistarne una nuova, nonostante andasse ancora bene
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Le stampanti Epson smettono di funzionare?
Il problema indicato nel messaggio di errore non è relativo alla rottura di un motore per l’avanzamento delle pagine né a una scheda fallata, bensì al materiale poroso assorbente che raccoglie l’inchiostro in eccesso all’interno del dispositivo. È citato il rischio di una fuoriuscita. Si tratta di una componente soggetta a usura, soprattutto nei casi di un utilizzo molto intenso. Una doverosa precisazione: è presente anche sui prodotti a getto d’inchiostro di concorrenti come HP, Canon, Lexmark e Brother.
Secondo quanto riportato da Fight to Repair, nel caso di Epson, i modelli interessati sono L130, L220, L310, L360 e L365. Non è da escludere si possa verificare anche su altri.
Si tratta di un problema noto, tanto che già da anni su YouTube sono disponibili video tutorial che spiegano come effettuare la sostituzione in modalità fai-da-te, evitando così ogni spesa. Va inoltre segnalato che il produttore mette a disposizione il software Ink Pads Reset Utility, in download gratuito e al momento solo in versione Windows, che estende il ciclo vitale del prodotto alla comparsa dell’avviso, ma per un breve periodo. Può inoltre essere utilizzato una sola volta.
Tornando al messaggio di errore, la sua comparsa può essere descritta come una sorta di caratteristica predeterminata da chi ha progettato e realizzato la stampante.
La fine del ciclo vitale predeterminata non è una caratteristica del dispositivo spiegata quando si acquista la stampante, ma è comunque presente. Non importa che il prodotto funzionasse bene. Epson ha stabilito che la tua stampante e le parti che la costituiscono sono semplicemente troppo vecchie. Sono giunte alla fine del ciclo vitale (anche se sembrano funzionare correttamente) e il dispositivo dev’essere rimpiazzato o riparato in assistenza ovviamente da personale autorizzato.
La posizione ufficiale di Epson
La posizione ufficiale di Epson è quella riportata sulle pagine del supporto ufficiale. La riportiamo di seguito in forma tradotta.
Così come accade per molti altri prodotti, tutti i dispositivi Epson a getto d’inchiostro hanno un ciclo vitale limitato, a causa dell’usura delle componenti che si verifica durante il normale utilizzo. A un certo punto, il prodotto raggiungerà una condizione in cui non sarà possibile mantenere una qualità di stampa soddisfacente e le componenti avranno raggiunto la fine della loro vita utile. Epson è impegnata per garantire il corretto funzionamento di tutti i suoi dispositivi e per minimizzare il rischio di danni materiali o infortuni alle persone durante il ciclo vitale del prodotto.
Qui sotto la parte in cui, seppur senza citarlo esplicitamente, si fa riferimento a ciò che può essere interpretata come una sorta di obsolescenza programmata.
Le stampanti sono progettate per smettere di funzionare nel momento in cui, un ulteriore utilizzo senza rimpiazzare i pad dell’inchiostro, potrebbe creare rischi relativi a danni materiali per la fuoriuscita dell’inchiostro o pericoli legati alla sicurezza, a causa del contatto tra l’inchiostro in eccesso e una componente elettrica.
Si tratta di una pratica legittima?
In altre parole, le stampanti in questione sono progettate per smettere di funzionare, ma per la tutela di chi le utilizza. Non spetta a noi stabilire se la pratica sia legittima o meno, di certo potrebbe e dovrebbe essere meglio esplicitata, in modo più trasparente all’atto dell’acquisto. Questo, ovviamente, vale per tutti i brand.
È quanto chiede, tra gli altri, anche la Commissione Europea con le più recenti indicazioni a proposito di durabilità dei prodotti e diritti dei consumatori. Una battaglia che Bruxelles conduce ormai da parecchio tempo, sostenuta dall’opinione pubblica e dalle associazioni, talvolta però contro i mulini a vento.