Dopo l’annuncio della messa a punto di una soluzione di storage olografico affidabile e alla portata delle attuali possibilità della tecnologia ottica, General Electric (GE) dice ora di aver fatto un nuovo, importante passo in avanti verso la commercializzazione vera e propria. Aumenta la velocità di scrittura dei dischi ma non è ancora abbastanza, almeno per le grosse quantità di dati.
Al contrario dei layer stratificati dei supporti ottici di questa generazione (CD/DVD/BD), su cui i dati in formato binario vengono registrati sotto forma di pit e land incisi o meno dal laser, i dischi micro-olografici di GE fanno uso di un pattern di informazioni tridimensionale distribuito entro tutta la superficie tridimensionale fisica del disco.
I vantaggi dell’approccio di GE includono la parziale retrocompatibilità dei supporti con gli attuali lettori Blu-ray , l’economicità della produzione e naturalmente l’enorme quantità di informazioni registrabili su un comune dischetto da 12 centimetri – 500 Gigabyte per cominciare ma con la possibilità di andare anche oltre.
Il nuovo progresso annunciato dal colosso statunitense riguarda però la velocità di scrittura delle informazioni, che ora è “comparabile” a quella dei masterizzatori Blu-ray. Purtroppo per le velleità commerciali del giovane storage micro-olgrafico e per gli utenti, però, tale “progresso” si limita a raggiungere la velocità minima supportata dai suddetti masterizzatori BD – equivalente ad appena 36 Mbps o 4,5 Megabyte al secondo. Riempire 500 Gigabyte di disco a 4,5 Mbps comporterebbe un’attesa di ben 32 ore .
Alfonso Maruccia