Supercomputer del futuro sull'Atlantico

Supercomputer del futuro sull'Atlantico

Una nuova tendenza si diffonde di qua e di là dell'oceano: Europa e USA vogliono sviluppare massicce infrastrutture informatiche, ma risparmiando su costi e consumi energetici
Una nuova tendenza si diffonde di qua e di là dell'oceano: Europa e USA vogliono sviluppare massicce infrastrutture informatiche, ma risparmiando su costi e consumi energetici

L’aumentata necessità di infrastrutture elaborative di alto profilo fa riflettere le istituzioni europee, che oltre ai network di supercomputer condivisi tra i paesi membri pensano a finanziare progetti di datacenter capaci di un risparmio sostanziale sul consumo di energia elettrica . L’obiettivo è quello di creare sistemi basati su processori Cortex-A9 di ARM e memorie DRAM “3D” con cui fornire una banda sufficientemente ampia alle predette CPU.

Oltre all’Unione Europea (tramite la Commissione FP7), partecipano al progetto EuroCloud ARM, Nokia, IMEC, Ecole Polytechnique Federale de Lausanne (EPFL) e l’Università di Cipro. FP7 fornirà fondi utili a coprire i primi 3 anni di sperimentazione, con la speranza che il design processori a basso consumo energetico uniti a chip di memoria tridimensionali porti a un “significativo miglioramento nell’efficienza energetica e dei costi, in confronto all’approccio utilizzato nelle piattaforme server tradizionali”.

Come il chipmaker britannico ha già sostenuto nel recente passato , i moderni processori ARM multi-core hanno raggiunto “livelli di performance e nuovi funzionalità” tali da poter considerare “appropriato” un loro eventuale utilizzo per “risolvere le enormi sfide energetiche esistenti nelle apparecchiature cablate, data center inclusi”. “Immaginate di volere un processore per mille utenti. Ciò significherebbe un data center con 300mila processori per 300 milioni di utenti nel 2012” ha detto Mika Kuulusa di Nokia, rimarcando l’esperienza nel campo dei “gadget a basso consumo energetico” che il colosso finlandese può vantare nell’industria.

Parimenti ai progetti di data center risparmiosi condotti in seno agli istituti di ricerca del Vecchio Continente, negli USA DARPA pensa a spingere ancora più in là le capacità computazionali dei supercomputer moderni e del prossimo futuro con il suo programma Omnipresent High Performance Computing (OHPC).

OHPC, anche noto come “extreme scale computing”, è un framework che ha l’ ambizioso obiettivo di superare le capacità dei supercomputer di classe Petaflop per entrare nel regno dei “quintillion” (1 seguito da 18 zeri). Per raggiungere un tale livello di potenza DARPA mette in conto di dover sviluppare nuovi paradigmi tecnologici (hardware, software e design di programmazione), tutti votati all’ottimizzazione dello sfruttamento delle risorse energetiche disponibili.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
24 giu 2010
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