Supercookie, Verizon multata negli USA

Supercookie, Verizon multata negli USA

Le autorità statunitensi costringono il carrier telefonico al pagamento di una multa per aver violato la privacy degli utenti. Dei supercookie per il tracciamento invisibile non era stata fornita sufficiente informazione ai clienti
Le autorità statunitensi costringono il carrier telefonico al pagamento di una multa per aver violato la privacy degli utenti. Dei supercookie per il tracciamento invisibile non era stata fornita sufficiente informazione ai clienti

Verizon Wireless si è accordata con la Federal Communications Commission (FCC) per il caso dei “supercookie”, un meccanismo di tracciamento invisibile e imposto a livello di carrier che secondo le autorità USA ha violato la privacy degli utenti. Il carrier dovrà pagare una multa di 1,35 milioni di dollari e dovrà ottenere il consenso espresso dei sottoscrittori per continuare a tracciarli.

Il comportamento sanzionato dalla FCC riguarda l’impiego di header identificativi univoci (UIDH) inseriti a forza da Verizon nel traffico HTTP dei clienti, una pratica partita a dicembre 2012 e comunicata in maniera limitata nella policy sulla privacy dell’azienda.

Verizon non ha espresso pubblicamente e in pieno l’uso degli UIDH fino a ottobre 2014, e questo per FCC equivale a una violazione delle regole della net neutrality sulla comunicazione delle pratiche di “network management” ai clienti. Le stesse regole che Verizon vorrebbe da tempo cancellare dagli statuti USA.

L’accordo con FCC impone al carrier di comunicare ai clienti l’uso degli UIDH e di ricevere l’autorizzazione espressa (opt-in) di condividere le informazioni di tracciamento con le aziende di terze parti, così come dovrà chiedere il permesso (opt-in oppure opt-out) per la condivisione dei dati tra le aziende interne al conglomerato Verizon.

La (magra) multa comminata a Verizon viene salutata da Electronic Frontier Foundation (EFF) come una vittoria per la difesa della privacy degli utenti di Internet, anche se molto resta ancora da fare riguardo alle altre forme di tracciamento permanente adottate dagli ISP; soddisfatta dell’accordo anche Public Knowledge.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 11 mar 2016
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