Piratbyran chiude i battenti: il gruppo che ha fatto da antesignano alle lobby pro-file sharing e ha varato il vascello corsaro di The Pirate Bay è stato sciolto a seguito della morte di uno dei fondatori. Ma la triste occasione offre anche l’opportunità di affermare che il Piratbyran ha raggiunto il suo scopo , vale a dire aumentare la consapevolezza tra i condivisori del P2P – quelli che l’industria definisce a fasi alterne “ladri” o “criminali” – e far sentire la loro voce ai piani più alti dell’establishment economico, politico e culturale internazionale.
Gli scopi di Piratbyran erano molteplici, ma alla base c’era il fatto che i suoi fondatori lo consideravano una lobby pro-pirateria (intesa come condivisione dei contenuti) pura e semplice. Nato per fare da ideale contraltare alle tirate sulla “pirateria” dell’Antipiratbyran svedese, la lobby si è presto trasformata in una voce dissonante e rumorosa capace di intercettare istanze digitali non solo in patria ma un po’ in tutto il mondo.
La più clamorosa testimonianza del successo di Piratbyran è stata ovviamente la fondazione di The Pirate Bay , il sito che dal 2004 in poi ha fatto esplodere la condivisione dei contenuti sull’allora giovane network BitTorrent e che ancora continua a rappresentare la pietra angolare dello sharing sociale ad alta velocità nonostante l’industria e la giustizia svedesi siano ultimamente concordi nel volerla affossare una volta per sempre.
Raggiunto in maniera altrettanto clamorosa anche l’altro obiettivo cardine di Piratbyran, vale a dire la nascita e lo sviluppo vigoroso di un dibattito concreto sul copyright nell’era di Internet e dei contenuti in formato binario: “Le discussioni sul file sharing che Piratbiran voleva avere, sono state vinte” commenta l’ex-portavoce di TPB e membro della lobby pro-pirateria Peter Sunde via TorrentFreak . “I progetti che occorreva avviare sono già stati finalizzati – dice Sunde – il Piratbyran era un gruppo transitorio nato per una ragione transitoria”.
“Le discussioni sulla chiusura del Piratbyran sono andate avanti per anni – rivela Sunde – ma questo weekend un caro amico e membro è morto e abbiamo deciso che era venuto il momento di andare avanti per davvero, visto che il gruppo non poteva più essere lo stesso senza di lui. È stato un buon modo di passare questa parte di vita”.
“Supportando orgogliosamente le idee di un’intera generazione di internauti e combattendo le battaglie che nessun altro aveva combattuto, Piratbyran ha funzionato da catalizzatore per la comprensione dell’attuale evoluzione della cultura, i gruppi e il caos” dice il membro della lobby Marcin de Kaminski che ne ha annunciato la chiusura sul suo blog. “Mentre altri protagonisti hanno provato a fornire risposte – dice de Kamiski – il Piratbyran si è concentrato sul prendere di mira i problemi del presente cercando le giuste domande”.
Alfonso Maruccia