Secondo Ray Kurzweil non è ancora giunto il momento : l’intelligenza artificiale non ha ancora raggiunto un livello di perfezionamento tale da riuscire a ingannare un interlocutore superando il cosiddetto Test di Turing, di sicuro non l’ha fatto il bot Eugene che all’inizio della settimana è finito su tutti i giornali sulle ali di un comunicato stampa dell’Università di Reading. Dietro la notizia sensazionale non c’è vera sostanza secondo Kurzweil (e non è il solo a pensarla così ): le sue valutazioni di esperto in materia, e le sue prove sul campo, lo fanno propendere per una fortunata occasione pubblicitaria che tuttavia ha poco di realmente scientifico.
Quello che Kurzweil lamenta è, soprattutto, la carenza di una definizione rigorosa del Test di Turing : il grande scienziato britannico non ha lasciato una descrizione precisa di come e quando si dovesse ritenere superato l’esame, e lo stesso professore statunitense (che ora lavora per Google ) ricorda che lui stesso aveva predetto che in molti avrebbero prematuramente annunciato il superamento del test prima del tempo. Proprio questo sarebbe successo in questo caso: Kevin Warwick (una vecchia conoscenza ), promotore del test al bot Eugene, avrebbe di fatto falsato le condizioni a contorno imponendo delle restrizioni piuttosto significative. Dover interrogare un giovane di 13 anni, non madrelingua inglese, per non più di cinque minuti, sono classiche condizioni che avvantaggiano chi ha programmato il bot e rendono più facile ottenere risultati lusinghieri ancorché confutabili .
Ironicamente, Kurzweil negando il superamento del Test di Turing va contro i propri interessi: in ballo c’è una famosa scommessa da 20mila dollari (da devolvere in beneficenza) con Mitch Kapor. Tra i due, che si sono sfidati a colpi di saggi e conferenze, va avanti da molto tempo una scherzosa diatriba sulla validità della predizione di Kurzweil relativa al superamento entro il 2029 del Test di Turing , o più nello specifico al raggiungimento della cosiddetta Singolarità : il momento in cui nella storia dell’umanità lo sviluppo tecnologico valicherà la comprensione dell’uomo e sancirà la nascita di una intelligenza artificiale superiore a quella della specie fino a quel punto dominatrice del pianeta. ( L.A. )