Texas, nessun massacro degli scariconi

Texas, nessun massacro degli scariconi

Un giudice ha bloccato sul nascere le agguerrite strategie di uno degli avvocati più caldi del copyright. Sarà vietato presentare un'unica azione legale valida per migliaia di netizen. Non avrebbero agito in gruppo
Un giudice ha bloccato sul nascere le agguerrite strategie di uno degli avvocati più caldi del copyright. Sarà vietato presentare un'unica azione legale valida per migliaia di netizen. Non avrebbero agito in gruppo

Era stato descritto come uno spietato cacciatore di pirati, assoldato dai signori della pornografia per trascinare in aula migliaia di netizen. L’avvocato statunitense Evan Stone dovrà ora rivedere le sue agguerrite strategie, bloccate sul nascere da una corte distrettuale del Texas. Il cacciatore dei pirati non potrà più dare avvio ad azioni legali di massa , coinvolgendo cioè nella stessa causa migliaia di utenti.

La decisione del giudice è giunta in seguito all’avvio dell’ennesima lotta legale contro il P2P, alimentata da Stone su suggerimento della piattaforma specializzata in anime FUNnimation . Suggerimento peraltro indotto dallo stesso avvocato, forse il più attivo alfiere del copyright in Texas. Ma il giudice locale è parso ormai stufo di vedersi recapitare un’unica azione legale per migliaia di cittadini della Rete .

Stone dovrà così ripresentare le sue carte entro 30 giorni, obbligato a citare in giudizio un netizen alla volta. Gli utenti sarebbero sì accomunati dallo stesso tipo di reato, ma nessuna prova riuscirebbe a dimostrare un effettivo e diretto legame tra loro. In altre parole, il giudice ha sottolineato come gli utenti non si siano affatto organizzati in gruppo per violare il copyright .

Un’opinione simile era già stata avanzata da un giudice di Washington, che aveva obbligato lo U.S. Copyright Group a perseguire i vari netizen in base all’effettiva area di residenza . Il tentativo dei legali del gruppo era così fallito, dopo aver annunciato l’intenzione di trascinare in aula 4500 torrentisti .

La società di produzione cinematografica Mick Haig Productions aveva in precedenza obbligato provider come Comcast a consegnare i dati identificativi di 670 presunti scariconi, sbandierando una specifica ordinanza mai emessa dal giudice texano. I legali dell’organizzazione non profit Public Citizen avevano dunque denunciato le attività poco trasparenti dello stesso Stone.

Mauro Vecchio

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 18 feb 2011
Link copiato negli appunti