TIM deve ricevere un miliardo di euro dallo Stato

TIM deve ricevere un miliardo di euro dallo Stato

La Corte di Appello di Roma ha stabilito che lo Stato italiano deve restituire un miliardo a TIM per il canone di concessione non dovuto del 1998.
TIM deve ricevere un miliardo di euro dallo Stato
La Corte di Appello di Roma ha stabilito che lo Stato italiano deve restituire un miliardo a TIM per il canone di concessione non dovuto del 1998.

Dalla Corte di Appello di Roma è arrivata una cattiva notizia per lo Stato (e per i contribuenti italiani). I giudici hanno deciso che TIM deve ricevere un risarcimento complessivo di un miliardo di euro. La somma è riferita al canone concessorio pagato dall’operatore per il 1998, ma non dovuto, come evidenziato anche dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea. Il governo ha comunicato che presenterà ricorso in Cassazione.

Conseguenze della liberalizzazione

Fino al 1997 (lo stesso anno in cui è stata avviata la privatizzazione da parte del governo Prodi), Telecom Italia (oggi TIM) aveva il monopolio per la gestione delle reti di telecomunicazioni. Con la direttiva 97/13/CE del 10 aprile 1997 è stato liberalizzato il settore, quindi altri operatori potevano fare concorrenza all’ex monopolista.

La direttiva è stata recepita dall’Italia con il DPR n. 318 del 19 settembre 1997. Nonostante ciò, lo Stato italiano ha prorogato per il 1998 l’obbligo di pagamento del canone di concessione, calcolato in base al fatturato di Telecom Italia. La somma versata ammonta a circa 528 milioni di euro.

Dopo vari ricorsi dell’operatore, la Corte di Appello di Roma ha stabilito che il canone per il 1998 (anno successivo alla liberalizzazione) non doveva essere pagato. Sull’argomento è intervenuta più volte anche la Corte di Giustizia dell’Unione europea, segnalando che la normativa nazionale non poteva prorogare l’obbligo di pagamento del canone. In particolare, nella sentenza del 4 marzo 2020 è scritto:

L’articolo 22, paragrafo 3, della direttiva 97/13 dev’essere interpretato nel senso che esso osta a una normativa nazionale che proroga, per l’esercizio 1998, l’obbligo imposto a un’impresa di telecomunicazioni, titolare di un’autorizzazione esistente alla data di entrata in vigore di detta direttiva, di versare un canone calcolato in funzione del fatturato e non solo dei costi amministrativi connessi al rilascio, alla gestione, al controllo e all’attuazione del regime di autorizzazioni generali e di licenze individuali.

Considerando la rivalutazione monetaria e gli interessi per circa 25 anni, lo Stato italiano deve restituire a TIM la somma complessiva di un miliardo di euro. La sentenza è immediatamente esecutiva, quindi TIM avvierà immediatamente le procedure per il recupero dell’importo.

Il governo ha comunicato che presenterà ricorso:

La Presidenza del Consiglio dei Ministri, appresa la notizia della sentenza di condanna della Corte d’appello civile di Roma a risarcire in favore del Gruppo TIM la somma di circa 528 milioni di euro, oltre interessi, rivalutazione monetaria e spese di lite, comunica che proporrà ricorso per Cassazione e chiederà la sospensione degli effetti esecutivi della pronuncia.

Fonte: TIM
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Pubblicato il
4 apr 2024
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