Come previsto dal Memorandum of Understanding sottoscritto il 10 agosto, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che stabilisce l’ingresso dello Stato italiano in NetCo con una quota massima del 20%. L’obiettivo è avere un ruolo decisivo nella definizione delle scelte strategiche della società, considerando anche la sicurezza nazionale.
Il 20% della rete di TIM allo Stato italiano
A fine giugno, il consiglio di amministrazione di TIM aveva scelto di avviare una negoziazione migliorativa e in esclusiva con KKR. La società di privaty equity è statunitense, quindi il governo italiano ha deciso di ottenere una quota fino al 20% di NetCo, considerato che la società gestirà asset strategici, in particolare i cavi sottomarini in fibra ottica di Sparkle.
Il Consiglio dei Ministri ha quindi approvato un decreto legge che assicura le risorse finanziarie necessarie all’ingresso del Ministero dell’Economia e delle Finanze, come azionista di minoranza, nell’operazione NetCo guidata dal fondo KKR. Lo Stato italiano acquisirà una quota compresa tra il 15% e il 20% (importo massimo di 2,2 miliardi di euro), secondo le condizioni stabilite da un DPCM che verrà adottato dopo la pubblicazione del decreto legge sulla Gazzetta Ufficiale.
Il Presidente Giorgia Meloni ha dichiarato:
La direzione intrapresa dal Governo è quella che il centrodestra ha sempre auspicato e sostenuto: assumere il controllo strategico della rete di telecomunicazioni e salvaguardare i posti di lavoro. Quello di oggi è un primo passo, al quale seguiranno ovviamente logiche di mercato, ma finalmente possiamo dire che in Italia c’è un Governo che su un dossier così importante si attiva a difesa dell’interesse nazionale e dei lavoratori. E che ha una strategia.