Tra inferno e utopie, IBM sceglie chi va su e chi va giù

Tra inferno e utopie, IBM sceglie chi va su e chi va giù

Big Blue stila la nuova versione della sua lista delle cinque meraviglie della tecnologia, destinate a cambiare il mondo entro il prossimo lustro. Ecco cosa e come
Big Blue stila la nuova versione della sua lista delle cinque meraviglie della tecnologia, destinate a cambiare il mondo entro il prossimo lustro. Ecco cosa e come

Quanto fa paura alle persone la pervasività della tecnologia nelle loro vite, nei loro acquisti, nella loro salute? Poco, pochissimo secondo IBM, che nella sua lista “Next Five in Five” identifica cinque tendenze tecno-compulsive che dovrebbero, da qui a cinque anni appunto, modificare radicalmente la quotidianità delle persone , lo shopping, la salute, l’uso di fonti energetiche rinnovabili, il web e persino la memoria umana.

La lista è frutto delle elucubrazioni di Big Blue ma si basa su trend economici e sociali che porterebbero appunto alle magnifiche sorti di un mondo tecnologico pervasivo ma “positivo” , con tecnologia onnipresente ma senza quei tratti orwelliani che pure già oggi si fanno notare nella quotidianità dei paesi più avanzati .

Prima l’energia, il solare: secondo quanto sostiene IBM, quella che oggi è considerata una fonte “alternativa” al petrolio diverrà patrimonio comune dell’uomo della strada (“John Doe” o Pinco Pallino che sia), finirà embeddata all’interno delle finestre, nelle tinture, nell’asfalto. Celle solari composte da sottili “film” flessibili e adattabili libereranno l’umanità e gli oggetti (siano essi grattacieli o smartphone o computer portatili) dal giogo dell’elettricità prodotta nelle centrali e trasferita a destinazione con gran dispendio per l’utente finale e per l’ambiente.

La salute, poi, non avrà quasi più segreti: IBM parla di una vera e propria “sfera di cristallo” personalizzata per ogni singola persona, che grazie a una conoscenza particolareggiata del genoma umano permetterà di essere edotti sulle patologie ereditate , i rischi di tumori o infarti al miocardio e tutto il resto. Basterà poco, pochissimo, giusto un paio di centinaia di dollari per farsi quel test del DNA già indicato dal TIME come la più importante invenzione del 2008 e le meraviglie della farmaceutica personalizzata faranno miracoli.

Il web non avrà poi bisogno della tastiera, sarà in grado di riconoscere la voce dell’utente che potrà fare e-commerce, postare sul proprio blog, “chattare” e fare tutto quello che oggidì prevede l’impiego della vetusta interfaccia a base QWERTY risalente a decadi fa, con il solo uso di polmoni, carotide e laringe. Una tale profezia si iscrive di diritto nel filone di quelle previsioni tirate fuori una tantum sulla morte di mouse e tastiera , e per IBM entro breve tali previsioni diventeranno finalmente realtà.

Anche lo shopping sarà innervato di tecnologia fino al midollo : gli acquirenti non avranno più bisogno di assistenza umana continuata nella scelta degli articoli, e un ipotetico camerino per la prova di un abito conterrà un’interfaccia touch per mezzo della quale si potrà chiedere di farsi portare una taglia più larga di quella provata in precedenza.

La memoria, infine, non sarà più un fardello pesante da portare e, quel che è peggio, pieno di buchi e dimenticanze. In quest’ultima “innovazione” Big Blue ci mette parecchio della classica “visione orwelliana” del mondo, preconizzando sensori, microfoni e videocamere a spiare controllare osservare la vita di una persona, chi incontra, le sue telefonate, le e-mail e la corrispondenza, e in funzione di tutti questi dati si potranno ricavare “reminder” da un computer-server casalingo con cui avvertire l’utente di un appuntamento con un vecchio amico o una nuova fiamma, fare la spesa o guardare il proprio show preferito alla TV (o la net-TV, per quel che se ne sa).

La tecnologia è buona, la tecnologia è potente, la tecnologia permetterà all’uomo del prossimo domani di liberarsi dal petrolio, dalle malattie fulminanti, dalla fatica di ricordare tutto in un mondo costantemente ammalato di information overload (Terabyte? Petabyte? Exabyte? Yottabyte!). Questo almeno prevede IBM, in una visione così ottimistica da saltellare sulle manovre politiche che su questi scenari possono impattare. Qualcuno critica le scelte: il genoma umano è composto solo per una minima percentuale dei tradizionali “geni” scoperti decadi fa, rappresentando ancora un puzzle da far venire il mal di testa ai ricercatori. Riguardo la pervasività di sensori, biometria, telecamere e aggeggi da ubiquitous computing , inoltre, trojan di stato e dottrina sarkò sono lì a ricordare che Gorge Orwell potrebbe non essere stato un semplice romanziere, e che la tecnologia rimane neutra mentre è l’uomo che la usa a poter essere maledettamente cattivo . Appuntamento dunque fra cinque anni, per verificare quanto IBM ci avrà azzeccato con le sue tecno-previsioni.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 28 nov 2008
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