Trojan Zeus, primi arresti in Europa

Trojan Zeus, primi arresti in Europa

Due ragazzi di Manchester usavano il tool maligno per impossessarsi di dati bancari. Acciuffati da un'unità speciale della polizia
Due ragazzi di Manchester usavano il tool maligno per impossessarsi di dati bancari. Acciuffati da un'unità speciale della polizia

Sono scattate le manette per due cittadini britannici colti a utilizzare un toolkit di Zeus, il trojan fai-da-te, per sgraffignare migliaia di dati bancari. Ad essere stati presi in custodia da agenti della nuova unità e-Crime della Metropolitan Police sono un ragazzo e una ragazza, entrambi ventenni e residenti a Manchester.

Si tratta dei primi arresti effettuati in Europa relativi al caso di Zeus , un malware probabilmente scritto in Russia e che nel giro di poco tempo ha infettato migliaia di computer, andando a costituire una botnet. A confermare l’aumento degli episodi criminali dovuti a Zeus è l’ispettore Colin Wetherill, dell’unità e-Crime: “Il trojan Zeus è un esempio di malware il cui utilizzo da parte di cybercriminali sta aumentando – ha spiegato – attualmente migliaia di macchine sparse per il mondo sono a loro disposizione”.

A differenza di altri colleghi però, Zeus presenta alcune curiose particolarità: il tool progettato per l’underground della Rete è accompagnato da alcuni severi termini d’uso, che proibiscono all’utente in procinto di utilizzarlo di modificare i sorgenti e di svolgerci attività con fini commerciali . Pena la segnalazione alle autorità e alle aziende produttrici di antivirus.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il 19 nov 2009
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