Twitter, un unico cinguettio

Twitter, un unico cinguettio

Accordo con Twittad sulla proprietà del marchio "tweet". Mentre non viene ancora archiviata l'accusa di violazione di un brevetto relativo all'interazione con i VIP su un social network
Accordo con Twittad sulla proprietà del marchio "tweet". Mentre non viene ancora archiviata l'accusa di violazione di un brevetto relativo all'interazione con i VIP su un social network

Twitter si è assicurata la proprietà del marchio “tweet”, ma non è riuscita invece a chiudere il fronte brevettuale aperto su una questione a dir poco strana: l’interazione tra celebrità e ordinari cittadini della rete.

Per quanto riguarda il marchio del cinguettio diventato famoso con lo sviluppo della piattaforma, Twitter si era mossa per rivendicarlo per sé, ma aveva trovato sulla sua strada una precedente registrazione effettuata dall’azienda Twittad, che lo impiegava per altro per una pubblicità legata ad un servizio di advertising afferente al tecnofringuello. E ora la questione è stata risolta con un accordo tra le due che passa la proprietà del marchio a Twitter lasciando a Twittad il permesso di impiegarlo.

Twitter, in un altro caso relativo a questioni di proprietà intellettuale, aveva chiesto al giudice competente di respingere una denuncia depositata nei suoi confronti per violazione di quello che sembrava un bizzarro brevetto sull’interazione con i VIP in un social network. Tuttavia, nonostante le aspettative degli osservatori, il giudice cui è sottoposto il caso ha deciso che vi sono le basi per farlo giungere al processo.

Il servizio di microblogging Twitter è stato denunciato per violazione di proprietà intellettuale da VS Technologies che le contesta un brevetto ottenuto nel 2002 e relativo ad un “metodo e sistema per creare una community interattiva di personaggi famosi”.

Il caso arriverà in tribunale il prossimo 24 ottobre e Twitter si troverà a difendersi da quella che sembra l’ennesima deriva del sistema brevettuale (brevetto ottenuto da un ente che non lo ha mai applicato e con rivendicazioni molto ampie) e in base al quale l’inventore Dinesh Agarwal chiede a Twitter tra gli 11 e i 41 milioni di dollari in royalty.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
12 ott 2011
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