Uber e ristoranti: i termini del contratto vanno rivisti

Uber Eats e ristoranti: interviene l'Australia

La ACCC australiana costringe Uber a rivedere il contratto che lega i ristoranti al servizio Eats: troppo svantaggioso per i piccoli ristoratori.
Uber Eats e ristoranti: interviene l'Australia
La ACCC australiana costringe Uber a rivedere il contratto che lega i ristoranti al servizio Eats: troppo svantaggioso per i piccoli ristoratori.

Con intere popolazioni bloccate a casa nel tentativo di arginare la diffusione del coronavirus, stanno aumentando le richieste per la consegna del cibo a domicilio. Tra i player più importanti di questo settore, Uber Eats si è visto costretto nei giorni scorsi dalla Australian Competition and Consumer Commission a rimuovere alcuni termini definiti “sleali” dal contratto che lo lega ai ristoranti.

Uber Eats e ristoranti: il contratto va rivisto

Si fa in particolare riferimento a quattro punti dei contratti che la società sottopone a tutti coloro che desiderano beneficiare della sua rete di distributori per raccogliere gli ordini e guadagnare dalla vendita delle pietanze. Li riportiamo in forma sintetica di seguito.

  • I ristoratori riconoscono che Uber non fornisce alcun servizio logistico o di consegna (sulla homepage troviamo scritto a chiare lettere “Il tuo cibo preferito, consegnato con Uber”);
  • chi consegna è considerato un “agente” del ristorante anche se il suo lavoro e il suo compenso sono controllati da Uber;
  • nel caso di cibo di qualità non conforme, ad esempio consegnato freddo, Uber può chiedere al ristoratore di coprire il rimborso del cliente;
  • Uber può in ogni momento modificare i termini del contratto in modo unilaterale.

La homepage di Uber Eats in italiano

In particolare l’autorità australiana sostiene che i termini vanno a danneggiare i cosiddetti piccoli ristoratori ovvero quelli con 20 o meno dipendenti, in balia delle imposizioni stabilite arbitrariamente da Uber. Al momento non si hanno notizie in merito alla variazione dei vincoli contrattuali anche per gli altri paesi in cui il servizio è attivo (Italia compresa).

Donazioni a supporto di ristoratori e dipendenti

Nelle stesse ore Uber ha annunciato l’integrazione nell’app di Eats di un pulsante dedicato alla donazioni in favore dei ristoranti che rimangono operativi durante l’emergenza coronavirus per la consegna del cibo a domicilio. La società devolverà una somma pari a quella raccolta dagli utenti (fino a 3 milioni di dollari), destinando altri 2 milioni di dollari al Restaurant Employee Relief Fund che fornisce supporto ai dipendenti del settore.

Fonte: Lexology
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Pubblicato il
6 apr 2020
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