UK, chattare al volante pericolo costante

UK, chattare al volante pericolo costante

Nessuno ha voglia di rinunciare al social network. Nemmeno mentre guida. Nuove, cattive abitudini mettono a rischio chi è dentro e chi è fuori dall'abitacolo
Nessuno ha voglia di rinunciare al social network. Nemmeno mentre guida. Nuove, cattive abitudini mettono a rischio chi è dentro e chi è fuori dall'abitacolo

Roma – Dopo l’ allarme lanciato ormai da tempo, seguito in molti casi da atti di forza a livello legislativo volti a scongiurare i rischi dovuti all’utilizzo del cellulare alla guida , una compagnia assicurativa britannica pone l’accento su un nuovo pericolo al volante: ovvero l’iperconnesso utente di social network. Secondo un report stilato da Esure , i numeri di chi ha ammesso di utilizzare al volante lo smartphone come mezzo d’accesso alla sua vita sociale via web sarebbero in rapida ascesa.

Per un’intera settimana, lo staff della compagnia britannica ha monitorato ed intervistato l’attività di un migliaio di utenti su siti del calibro di Twitter e Facebook, entità votate all’aggiornamento del proprio status personale, ovvero quello che si sta facendo in un determinato momento. Dai risultati è emerso che un utente su 10 avrebbe dichiarato di accedere a tali piattaforme durante la guida. In tutto, si sarebbe raggiunta una media di una cinquantina di messaggi al giorno mandati tra un’inchiodata ed un cambio di marcia. A nulla servirebbe la prevenzione tramite l’introduzione di severe sanzioni: nonostante il 92 per cento degli intervistati si è detto ben consapevole che è vietato utilizzare il cellulare mentre si è alla guida, il 45 avrebbe ammesso di continuare ad usare regolarmente il dispositivo per effettuare chiamate o inviare SMS.

Seppur la ricerca vada presa con la dovuta cautela dal momento che non è possibile stabilire con certezza se a scrivere sia effettivamente il conducente o un semplice passeggero, alcuni messaggi sembrano non lasciare spazio ad equivoci: dal semplice “twitto e guido” al più preoccupante “guidando verso casa sotto la pioggia… rischiando di schiantarsi”, si arriva anche a “cerco di fare del mio meglio per restare sveglio mentre guido”. La colpa sarebbe, secondo gli autori della ricerca, attribuibile in parti uguali sia al modo di vivere degli utenti iperconnessi, disponibili a condividere ogni secondo della loro vita con la propria community, sia ai sempre più equipaggiati smartphone in circolazione, accusati di alimentare la tentazione grazie alle numerose opportunità offerte. “Aggiornare costantemente amici e familiari su quello che si sta facendo è ormai un’abitudine per molti” dichiara Mike Pickard, dirigente di Esure. “Il nostro consiglio per chiunque sia alla guida è di rimuovere tutte le varie tentazioni spegnendo tutta la tecnologia mobile a propria disposizione prima di mettersi al volante”.

I più pericolosi sembrano essere proprio SMS e messaggi multimediali, dal momento che richiedono una maggiore attenzione da parte del conducente ed inducono a distogliere lo sguardo dalla strada con maggior frequenza. Ma va sottolineato che non è solo la tecnologia all’interno dell’abitacolo a procurare rischi sulle strade: sono in molti a porre il problema dei cosiddetti podestrian o podoni , utenti/zombie dotati di cuffiette auricolari divenuti un vero e proprio pericolo per gli automobilisti poiché impossibilitati ad udire il sopraggiungere di un veicolo.

Così come è innegabile che l’avanzare della tecnologia in campo di smartphone ha portato sempre più sviluppatori a programmare versioni mobile di qualsivoglia applicazione web based, è altrettanto vero che tali strumenti dovrebbero essere creati con un minimo di buon senso da parte degli utenti. Inoltre, prosegue lo studio, parte delle “colpe” sarebbe da addossare ai provider di connettività, che intorno al web mobile costruiscono le proprie offerte: sommando il tutto, si ottiene quella che molti utenti considerano una grandissima opportunità, ovvero quella di essere connessi sempre e comunque ed avere numerose informazioni utili a portata di mano. Un’opportunità che, però, costituisce un rischio da non sottovalutare nel momento in cui toglie concentrazione e occhi dalla strada e da quello che vi accade.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
10 apr 2009
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