La Polizia Metropolitana di Londra si appresta a rivestire il ruolo di archivista digitale delle informazioni presenti sugli smartphone dei sospetti fermati e “ospitati” – seppur brevemente – nelle galere cittadine. Lo denunciano le associazioni in difesa della privacy che parlano di potenziale violazione dei diritti umani sanciti dall’Unione Europea.
Il piano della polizia londinese prevede l’estrazione di ogni genere di dati presenti sugli smartphone dei sospetti – una pratica oggi poco più che semplice – inclusa la cronologia delle chiamate, gli SMS, le email, i siti web visitati, le app utilizzate e via elencando.
Tali informazioni, un “tesoro” digitale sempre più rappresentativo della vita delle persone perennemente connesse in mobilità, saranno archiviate al sicuro dagli ufficiali della polizia – anche nei casi in cui i sospetti venissero scagionati e lasciati liberi dopo gli accertamenti del caso.
Londra rischia insomma di ricadere nel “database perpetuo” che già le valse, anni fa, lo stop in sede europea nel caso dell’archivio di DNA, e ora come allora le associazioni che si battono per i diritti digitali evidenziano la chiara violazione alla privacy dei cittadini del Vecchio Continente che la nuova pratica finirebbe per rappresentare.
Alfonso Maruccia