Un bene l'ignoranza dei politici?

Un bene l'ignoranza dei politici?

Lo afferma un lettore secondo cui le zone d'ombra della rete sono foriere di libertà che potrebbero essere schiacciate da una classe politica censoria divenuta consapevole. Risponde Gilberto Mondi
Lo afferma un lettore secondo cui le zone d'ombra della rete sono foriere di libertà che potrebbero essere schiacciate da una classe politica censoria divenuta consapevole. Risponde Gilberto Mondi


Roma – Salve, sarò breve, leggendo tardivamente un articolo su PI riguardo la crociata antipirati da parte del Governo e sentendo della costituenda commissione per aiutare il governo a capire internet (che lei auspica sia funzionante ed efficace) mi domando: non è forse meglio che il legislatore rimanga nella ignoranza attuale? Se oggi il navigatore un po’ evoluto può fruire di beni distribuiti sulla rete in forma ambigua (mp3 e divx sul p2p), a dispetto delle tariffe alte dei supporti registrati, se chiunque può aprire un sito e parlare male del governo, se esiste ancora un barlume di privacy durante la navigazione, non è questo merito della pur vergognosa ignoranza tecnico-dinamica del legislatore?

Chiaro che se il legislatore fosse mosso da principii nobili favorevoli ai bisogni della gente (che comunque ha il potere di determinare il mercato) per fissare un giusto rapporto tra consumo e retribuzione di opere dell’ingegno allora la competenza in materia sarebbe auspicabile e sacrosanta. Ma nel caso in cui il legislatore persegua una malcelata politica di cieca repressione verso chi mina gli interessi dei poteri forti (industria musicale e cinematografica) e in senso lato di chi può danneggiare l’estabilishment, non è forse meglio che tale misero poliziotto resti nella ignoranza per un tempo ancora il più lungo possibile, ad evitare che sferri attacchi ancora più sofisticati e micidiali?

Grazie per l’attenzione, spero questa mia considerazione, velatamente politica, possa essere di stimolo per una eventuale replica.

Cordialmente
Dario C.
(Bologna)

Gentile Dario
il ragionamento è molto stimolante e confesso di aver più volte in passato benedetto la poca conoscenza della rete da parte dei nostri legislatori. Ma gli anni passano, la rete è diventata un perno delle attività economiche e questo, che lo si voglia o meno, ha trasformato la sufficienza con cui si è guardato ad Internet per anni in un’urgenza di regolamentare il suo funzionamento e irreggimentare le dinamiche di comunicazione che si svolgono grazie alla sua esistenza.

Oggi ci troviamo con l’assoluta necessità che il Legislatore sia consapevole del mezzo, quantomeno per poter nutrire la speranza che non tutte le norme promulgate danneggino lo sviluppo della nuova comunicazione ma anche per poterle contrastare, ove necessario, senza apparire come alieni che parlano dei misteri dell’Universo. Questo è quello che è successo anche all’ottimo senatore Verde Fiorello Cortiana mentre dagli ultimi scranni di Palazzo Madama tentava di raccontare ai propri colleghi la complessità delle cose della rete.
Ringrazio gli amici di PI per aver ospitato questa risposta.
Cordiali saluti,
Gilberto Mondi

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Pubblicato il
9 lug 2004
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