Un brevetto scuote il multimedia

Un brevetto scuote il multimedia

Un'azienda californiana è ora detentrice di un brevetto che potrebbe dare non pochi grattacapi agli sviluppatori Java, Flash e Ajax, solo per dirne alcuni
Un'azienda californiana è ora detentrice di un brevetto che potrebbe dare non pochi grattacapi agli sviluppatori Java, Flash e Ajax, solo per dirne alcuni


San Francisco (USA) – Martedì scorso una semisconosciuta società californiana è riuscita a farsi approvare un brevetto che copre il design e lo sviluppo di quasi tutti i servizi di sviluppo multimediale online. Si chiama Balthaser e non ha nulla a che vedere con la brasserie newyorchese Balthazar : si tratta di una media company che, con il brevetto 7,000,180 , intende “mettere nel sacco” Flash, Flex, Java, Ajax e XAML.

Nel testo del brevetto si legge infatti “Metodi, sistemi e processi per il design e la creazione di applicazioni multimediali via Internet”. Nel sommario si entra un po’ più nel dettaglio e così si scopre che “questa invenzione si riferisce a metodi di providing con la possibilità di creare applicazioni multimediali via Internet. (…) Con un procedimento specifico gli utenti possono accedere ad un sito in hosting che permette di creare applicazioni multimediali ed esaminare l’intero set di strumenti disponibile. Allo stesso tempo, con un altro procedimento, il sito in hosting permette agli utenti di modificare un’applicazione multimediale già esistente”.

Insomma, grazie a questa “trovata” Balthaser potrà richiedere alle società che distribuiscono servizi multimediali online sfruttando le potenzialità di Flash, AJAX e Java un’ apposita licenza , con l’incasso di conseguenti royalty.

“Questo aggiornamento del nostro pacchetto brevetti è senza dubbio qualcosa di pionieristico che fornirà grandi opportunità alla nostra azienda”, ha dichiarato Neil Balthaser, CEO di Balthaser. “Il brevetto riguarda tutte le implementazioni delle tecnologie per il multimedia, come Flash, Flex, Java, AJAX e XAML, e tutti i dispositivi che permettono l’accesso a queste, compresi i PC, smartphone, set-top box e console. Balthaser sarà in grado di fornire licenze per ogni Rich-Media Internet Application correlata a dispositivi e network”.

L’azienda californiana, sebbene già lanciata in proclami, potrebbe ritrovarsi a lottare in tribunale nel caso le media company dovessero ritenere questo brevetto non valido. C’è già chi fa ipotesi di prior art , ossia di applicazioni tecnologiche esistenti prima del deposito del brevetto stesso.
Balthaser ha registrato il brevetto nel lontano febbraio 2001, ma già nel 1999 Javu Technologies aveva iniziato a commercializzare un prodotto chiamato VideoFarm che permetteva agli utenti di creare e gestire online contenuti multimediali. Secondo gli analisti questo antefatto potrebbe invalidare il brevetto.

Sia come sia gli esperti, come Bola Rotibi, senior analyst londinese di Ovum , anche in questo caso tornano a parlare del problema vastissimo ed irrisolto della brevettabilità “selvaggia” nel mondo del software.

“Mentre l’Europa continua a tergiversare sulla possibilità di adottare le leggi statunitensi riguardanti il brevetto, la questione Balthaser, e le sue conseguenze sul mercato, dimostrano i pregi e difetti di quel sistema; abbiamo senza dubbio delle buone ragioni per sostenere la delibera di norme più attente prima di seguire l’esempio d’oltreoceano”, ha dichiarato Rotibi. “E’ quasi incredibile che questo brevetto possa coprire così tante tecnologie, in pratica tutti coloro che avranno a che fare con applicazioni multimediali si potrebbero trovare nella condizione di pagare della royalty a Balthaser”.

Neil Balthaser ha però già confermato che preferirebbe vendere il brevetto a un’azienda del settore più che perdersi nei meandri di cause legali. “Non voglio fare ancora nomi, ma siamo in trattativa. Chiunque dovesse disporre di questo brevetto sarebbe in grado di beneficiarne in ogni modo. Sia per strategie difensive che offensive. Inoltre, una buona politica licenziataria potrebbe fruttare non poco”, ha aggiunto Balthaser. L’asta praticamente è già avviata, ma l’ombra della “prior art” comunque incombe. Potrebbe essere solo fumo, e se il gioco dovesse diventare duro un gigante potrebbe fare di Balthaser un sol boccone.

Dario d’Elia

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Pubblicato il 24 feb 2006
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