Un game contro la violenza dei coltelli

Un game contro la violenza dei coltelli

La polizia inglese ha sovvenzionato lo sviluppo di una demo e di un sito che hanno come obiettivo la sensibilizzazione dei giovani sul pericolo dell'uso delle armi da taglio
La polizia inglese ha sovvenzionato lo sviluppo di una demo e di un sito che hanno come obiettivo la sensibilizzazione dei giovani sul pericolo dell'uso delle armi da taglio


Londra – Dopo tante campagne volte a screditare il mondo dei videogiochi, dal Regno Unito echeggia un’intelligente iniziativa per sensibilizzare i teenager sul pericolo dell’uso delle armi bianche. Metropolitan Police si è impegnata nella realizzazione di una campagna denominata Carrying a knife, it’s not a game .

Il problema delle ferite da coltello fra i più giovani è diventato rilevante sul territorio anglosassone: per questo motivo la polizia ha deciso di intraprendere una strada mai battuta in passato: realizzare una sorta di demo-videogioco e un sito Web che possano mostrare gli effetti dell’utilizzo delle armi da taglio . La demo verrà distribuita nelle scuole, in versione DVD, a migliaia di giovani. Inoltre, è disponibile una versione mini che può essere scaricata dal sito ufficiale della polizia per poi essere riprodotta su PC o Sony PSP.

Nella versione scaricabile si ha la sensazione di trovarsi nel classico “personal shooter” dove il protagonista – in questo caso un giovane – bazzica un comune sobborgo metropolitano. La grafica è di qualità, così come la colonna sonora dai ritmi “house” – realizzata per l’occasione dai noti Coldcut . Nella parte alta dello schermo viene visualizzata la barra della “vita” e la dotazione di armi, ovvero il pugno e il coltello. L’incontro con un piccolo gruppo di altri giovani si risolve con un accoltellamento . Il protagonista assiste, a questo punto, alla trasformazione della vittima. Le immagini elettroniche lasciano spazio a quelle di repertorio. L’accoltellato ha il volto e gli abiti di uno dei tanti giovani. Le sirene della polizia, intanto, si fanno sempre più vicine. Le radio gracchiano. Una donna piange, le forze dell’ordine portano via il protagonista ormai ammanettato. Le dissolvenze fanno scorgere il volto del giovane in cella di sicurezza. Anche la sua texture digitale sembra essere in procinto di dissolversi. Rimane solo il suo sguardo vuoto. E’ pura realtà. Brilla la scritta finale: “Portare un coltello non è un gioco”.

“E’ un metodo innovativo per trasmettere il messaggio ai giovani”, ha dichiarato il Comandante Alf Hitchcock, responsabile della Operation Blunt , il piano anti-coltello della polizia. “Speriamo non solo di raggiungere migliaia di ragazzi, ma anche di contrastare questo fenomeno”.

L’Università del Michigan, tempo fa, con un’approfondita ricerca, aveva sostenuto che in qualche modo la violenza virtuale sarebbe in grado di stimolare quella nel mondo reale . Forse i giochi sono in grado di condizionare gli acquisti, come dicono i ricercatori di Nielsen Entertainment . Forse la dimensione videoludica è in grado di influire sulle coscienze. Forse, per una volta, tutti sperano che un’iniziativa come “Carrying a knife, it’s not a game” si riveli vincente.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
21 dic 2005
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