USA: estradizione per i pirati .com

USA: estradizione per i pirati .com

Il governo di Washington vuole mettere le mani sul giovane operatore del sito di indexing britannico TVShack. Tutti i domini .com e .net sarebbero da considerarsi legati ai server a stelle e strisce
Il governo di Washington vuole mettere le mani sul giovane operatore del sito di indexing britannico TVShack. Tutti i domini .com e .net sarebbero da considerarsi legati ai server a stelle e strisce

È passato quasi un mese dall’ arresto del giovane studente britannico Richard O ‘Dwyer, accusato dalle autorità statunitensi di essere il principale responsabile delle attività legate alla piattaforma di indexing TVShack . Ventitré anni, il ragazzo era stato subito scarcerato in seguito al pagamento di una cauzione di 3mila sterline (più di 3mila euro).

Gli alti vertici della U.S. Immigration and Customs Enforcement agency (ICE) hanno ora sottolineato come tutti gli operatori di un sito ritenuto pirata – che sia .com e .net – potrebbero rischiare un mandato per l’estradizione in terra statunitense. Per rispondere davanti al governo di Washington sulla violazione ripetuta del diritto d’autore.

Erano stati gli stessi agenti dell’ICE a sigillare il dominio .net della piattaforma TVShack, specializzato nella pubblicazione di link a film e serie TV ospitati su server terzi . Il sito gestito in prima persona da O ‘Dwyer aveva subito provveduto a spostarsi verso indirizzi alternativi, a partire dal .cc – anche questo chiuso – per poi finire sul .bz .

Stando alla visione offerta dall’ assistant deputy director di ICE Erik Barnett, i domini .com e .net sarebbero da considerare comunque legati agli Stati Uniti, coinvolti nell’eventuale condivisione di film e spettacoli made in Hollywood . Le connessioni di questi spazi online sarebbero così gestite attraverso i server di Verisign, con base in Virginia.

Basterebbe questo ad autorizzare le autorità statunitensi a richiedere l’estradizione di un gestore pirata, proprio come il giovane studente britannico. Al governo di Washington non importa se una piattaforma sia stata dichiarata legale in un paese estero – si veda il caso Rojadirecta in Spagna – ma solo se quest’ultima violi le leggi sul copyright a stelle e strisce.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
5 lug 2011
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