USA, geolocalizzati per interesse

USA, geolocalizzati per interesse

Cresce l'interesse dei cittadini a stelle e strisce per i servizi di condivisione della propria posizione. Soprattutto se questo porta ad informazioni utili
Cresce l'interesse dei cittadini a stelle e strisce per i servizi di condivisione della propria posizione. Soprattutto se questo porta ad informazioni utili

Secondo una delle ultime ricerche condotte dall’ organizzazione di ricerca non profit Pew Research Center’s Internet & American Life Project , le funzionalità di geolocalizzazione stanno guadagnando popolarità tra gli statunitensi.

Il nuovo sondaggio condotto su una popolazione di 2.227 possessori statunitensi di cellulari ha evidenziato un crescente interesse per questo tipo di servizi: in particolare il 28 per cento degli adulti in possesso di un cellulare e il 55 per cento di quelli che hanno uno smartphone utilizza funzionalità geolocalizzate se la condivisione della propria localizzazione coincide con servizi aggiuntivi legati alle informazioni ottenibili attraverso i dispositivi mobile (ad esempio indicazioni stradali e consigli su locali).

Ancora diffidenti, invece, sono gli utenti nei confronti dei servizi che prevedono funzioni di check-in e da social network: servizi come Foursquare e Gowalla sono utilizzati da appena il 5 per cento dei detentori di cellulari, mentre la condivisione automatica della propria posizione tramite Twitter e Facebook è adottata dal 9 per cento degli utenti Internet (il 12 se ci si riferisce solo ai possessori di smartphone e al 7 per cento della popolazione adulta statunitense intera).

In generale poi, il 28 per cento, poco meno di un adulto statunitense su 3, impiega almeno uno di questi servizi o via smartphone o via PC: un dato significativo soprattutto se si considerano le recenti polemiche legate all’accesso da parte delle autorità alle informazioni di geolocalizzazione degli utenti e ai problemi di gestione dei dati da parte di aziende che li gestiscono (i social network e Apple, Google e Microsoft in primis).

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 13 set 2011
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