USA, il mandato non serve ai federali

USA, il mandato non serve ai federali

L'FBI ha il vizietto di fare a meno dell'autorizzazione del giudice per intercettare i cittadini. Lo dice EFF, che sfodera altre 600 pagine di documenti compromettenti. Imbarazzo alla Casa Bianca
L'FBI ha il vizietto di fare a meno dell'autorizzazione del giudice per intercettare i cittadini. Lo dice EFF, che sfodera altre 600 pagine di documenti compromettenti. Imbarazzo alla Casa Bianca

Quando il sospetto è in fuga, non c’è tempo per andare dal giudice. Si va dai tecnici e ci si fa tracciare il cellulare per beccarlo: per le scartoffie ci sarà tempo (forse) dopo . E se i ragazzi non vogliono collaborare, si chiamano direttamente gli operatori per ottenere i dati. È questione di sicurezza nazionale, è questione di vita o di morte.

Sarebbero queste le abitudini degli agenti federali dell’FBI, almeno a giudicare dai documenti che emergono dalle ulteriori 600 pagine ottenute in tribunale da Electronic Frontier Foundation , che continua ad appellarsi alla legge sulla trasparenza della pubblica amministrazione per ottenere le prove dell’ abuso delle intercettazioni operato dal Bureau.

“Abbiamo spesso a che fare con la squadra fuggitivi e, come in molti altri uffici, quei ragazzi hanno la fama di gente che non va per il sottile”. Sono le parole di un tecnico della sede di Minneapolis dell’FBI, in una email interna carica di livore: “Non li critico, solo hanno un modo di lavorare tutto loro: ottenere un ordine di un giudice è l’ultima risorsa in assoluto, se proprio ci sono costretti”.

Gli agenti sul campo si rivolgono ai tecnici per scavalcare la burocrazia : i mezzi per intercettare ci sono, e allora perché non usarli direttamente? Basta cedere una volta e poi tutto diventa un’abitudine: chi si rifiuta di collaborare, per non violare la legge, viene accusato di essere un pessimo tecnico e scavalcato.

Ma il portavoce del Bureau, Paul Bresson, getta acqua sul fuoco. L’FBI, dice, rispetta la legge, ma i suoi agenti sono addestrati a infilarsi nelle pieghe delle norme e stiracchiarle al massimo per condurre al meglio le proprie indagini. In nessun caso sarebbero stati violati regolamenti e procedure standard.

Non è d’accordo Marcia Hofmann, avvocato di EFF che si occupa del caso. “Per anni il governo ha sostenuto con deboli puntelli legali le sue intercettazioni indiscriminate – attacca – ma questi documenti ora dimostrano che gli agenti in alcuni casi non rispettavano neppure i loro scialbi regolamenti”.

Una storia che si intreccia con quella di AT&T e NSA, anche loro accusate di intromettersi nella privacy dei cittadini a stelle e strisce. E che condiziona non poco il cammino verso l’approvazione del Protect America Act rimpiazzato dal più garantista Restore Act voluto dai democratici – così come la riforma del Foreign Intelligence Surveillance Act , che regola le intercettazioni da e verso l’estero. In ballo c’è l’impunità delle telco , in una lotta senza esclusione di lobby colpi.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
21 dic 2007
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