USA in fiamme sugli spyware di stato

USA in fiamme sugli spyware di stato

Li chiamano policeware e sono strumenti di controllo e monitoraggio che verranno inseriti di default in televisioni, personal computer e console videoludiche se passa una legge proposta da parlamentari di destra e sinistra
Li chiamano policeware e sono strumenti di controllo e monitoraggio che verranno inseriti di default in televisioni, personal computer e console videoludiche se passa una legge proposta da parlamentari di destra e sinistra


Roma – Si chiama CBDTPA l’incubo dei gruppi che negli Stati Uniti si battono per le libertà civili. CBDTPA è infatti l’acronimo di una proposta di legge attualmente in discussione al Congresso USA dal nome vagamente inquietante: “Consumer Broadband and Digital Television Promotion Act”.

L’incubo deriva dal fatto che, secondo gli oppositori, questa normativa per la prima volta introduce gli “spyware di stato” o, come vengono chiamati sul sito ufficiale della protesta , i “policeware”. Con questo termine vengono identificate le tecnologie hardware e software che se la legge passa verranno inserite in automatico dentro personal computer, televisioni, strumenti per l’intrattenimento e la comunicazione domestica e altro ancora. Device capaci di garantire alle forze dell’ordine un facile e rapido accesso a tutti questi strumenti.

Il sottotitolo della legge è chiarissimo:
Per regolare il commercio tra stati di determinati device fornendo al settore privato misure di protezione tecnologica sviluppate e utilizzate dalle autorità federali per proteggere i contenuti digitali e promuovere la banda larga, la transizione alla televisione digitale, e per altri scopi.

Il “monitoraggio totale” che verrebbe consentito da questa normativa è voluto da uno schieramento misto di parlamentari repubblicani e democratici, un elemento bipartisan che rende più difficile e in salita la battaglia. Oltretutto si tratta evidentemente di una normativa che si sposa adeguatamente con il clima politico non solo americano totalmente dominato dalla questione sicurezza e dalla lotta contro il terrorismo.

Ma non c’è solo questo nella normativa. A ribadire che si tratta di una misura a favore della sicurezza e della proprietà intellettuale, i promotori della legge vi hanno inserito nuove misure contro la pirateria informatica.

Nel caso di violazioni gravi, come l’utilizzo degli strumenti informatici per veicolare su reti peer-to-peer grandi volumi di musica pirata, il rischio di finire in carcere diviene elevatissimo così come quello di subire pesanti sanzioni economiche. Stesse pene sono previste per chi tentasse di disabilitare il policeware contenuto nei device acquistati.

Per contrastare la legge è stata attivata una petizione rivolta ai cittadini americani e che fino a questo momento ha raccolto più di 100mila firme.

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Pubblicato il
8 ott 2002
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