USA investono miliardi nel WiFi scolastico

USA investono miliardi nel WiFi scolastico

Le autorità federali approvano lo stanziamento di nuovi fondi per promuovere la diffusione delle connessioni wireless nelle scuole pubbliche
Le autorità federali approvano lo stanziamento di nuovi fondi per promuovere la diffusione delle connessioni wireless nelle scuole pubbliche

La Federal Communications Commission (FCC) ha deciso di investire 2 miliardi di dollari per estendere la connettività WiFi nelle scuole pubbliche nel corso dei prossimi due anni, una misura approvata con una votazione a maggioranza (3 a 2) che ha rischiato di fare scontenta sia l’opposizione repubblicana che la maggioranza democratica della commissione. I 2 miliardi stanziati da FCC vanno ad aggiungersi al budget annuale di 2,4 miliardi di dollari già impegnato per il programma E-Rate, un progetto per la promozione delle connessioni a banda larga negli istituti scolastici e nelle librerie in vigore oramai da 18 anni.

E proprio il rapporto tra i nuovi fondi e il programma E-Rate, e il progetto iniziale dal valore di 5 miliardi, ha quasi fatto fallire l’iniziativa di FCC: i membri repubblicani della commissione non avevano intenzione di spendere così tanto, così come c’erano critiche in merito alla proporzionalità degli investimenti fra zone rurali e urbane.

Alla fine è arrivato il compromesso o, come lo ha definito il presidente FCC Thomas Wheeler, un “buon giorno di lavoro”: i fondi investiti per il WiFi scolastico si riduce di più della metà, la commissione si impegna a fare economie per trovare i fondi necessari a portare avanti connettività WiFi ed E-Rate, e gli investimenti saranno riequilibrati a favore delle zone rurali.

Anche così stando le cose, un breve confronto con la situazione italiana non lascia spazio all’entusiasmo: mentre negli USA investono miliardi per il WiFi, nel Belpaese gli assessori fanno i bidelli e smontano i router Wi-Fi perché la “popolazione” dei genitori ha paura dei presunti rischi alla salute posti da queste onde radio.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
14 lug 2014
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