Chicago (USA) – Il boom dei cosiddetti social network , le comunità virtuali frequentate da milioni di persone, ha portato una scuola superiore degli Stati Uniti ad adottare il pugno di ferro contro MySpace , Facebook ed i loro mille emuli. Gli studenti che partecipano ai laboratori extracurriculari dovranno firmare un accordo: tutte le loro attività via Internet coi computer della scuola saranno monitorate ed eventualmente usate per motivare sospensioni o altri provvedimenti. Sebbene siano diversi gli istituti che mettono al bando l’uso di un certo numero di siti e servizi, è la prima volta che si esplicitano regole di questa durezza o che queste giungono all’attenzione dei media.
Qualsiasi “attività illegale ed inappropriata condotta su Internet”, dicono i segretari della Community High School 128 di Libertyville, “potrà essere impugnata dall’amministrazione scolastica ed utilizzata contro gli alunni”. La scuola utilizzerà filtri per bloccare numerose attività web e sniffer per monitorare quel che combinano online gli studenti, spesso – sostiene la direzione didattica – troppo occupati da chat e blog per poter seguire le lezioni pomeridiane con profitto.
La misura adottata dalla scuola statunitense è infatti pensata per contrastare un fenomeno estremamente diffuso tra i teenager, che spesso sfruttano le risorse informatiche messe a disposizione delle scuole per passare il tempo a chiacchierare con gli amici, condividere foto oppure scaricare musica, non sempre in modo legale.
La questione non è certamente nuova. Non sono mancati negli States casi di ragazzini finiti nei guai per aver usato i propri blog e spazi web personali per attacchi personali contro altri alunni o docenti, o per aver esplicitato singolari pulsioni aggressive. Ci sono studenti persino finiti agli arresti per aver pubblicato immagini “troppo eloquenti” sulle proprie pagine di MySpace: foto della propria collezione di armi così come scatti piccanti rubati a ragazze (ed ex-ragazze), immagini dettagliate di sostanze stupefacenti, materiali pornografici autoprodotti e non e via dicendo.
Recentemente, MySpace ha eliminato 200mila utenti dal proprio enorme database di aficionado per fare felici genitori e persino le alte cariche istituzionali: il social network, ultimamente, è il bersaglio preferito di media e politici , che cavalcano facilmente tragici episodi di cronaca, come l’uccisione di alcune ragazze da parte di “amici” conosciuti tramite il servizio.
Tommaso Lombardi