Vaticano, un portale web a misura di pontefice

Vaticano, un portale web a misura di pontefice

Lo stato pontificio lancia un portale che funge da snodo per declinare il Verbo su social network e telefonia mobile. Il tutto per avvicinarsi ai giovani e per stare al passo coi tempi
Lo stato pontificio lancia un portale che funge da snodo per declinare il Verbo su social network e telefonia mobile. Il tutto per avvicinarsi ai giovani e per stare al passo coi tempi

Da tempo il Vaticano punta alla tecnologia , con particolare attenzione al web, come mezzo per rilanciare la propria dottrina nell’era telematica. Un passo fondamentale, necessario per tenere la millenaria istituzione al passo coi tempi e, nello stesso tempo fidelizzare sempre più fedeli. Dopo l’istituzione del sito ufficiale della Santa Sede e del canale YouTube dedicato a tutto ciò che ruota intorno al piccolo stato attorniato dalla città eterna, il soglio pontificio ha annunciato la nascita del portale Pope2you (abbreviato in P2y), un punto di accesso a varie applicazioni tecnologiche in grado di aggiornare i fedeli su notizie e temi legati al Vaticano.

Il sito nasce come snodo multimediale in vista della 43esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali e accanto all’immagine di Joseph Ratzinger mostra un puzzle che compone le quattro direzioni che i fedeli possono seguire per essere in contatto con la parola. Il primo collegamento, situato in alto, guida le pecorelle all’applicazione appositamente realizzata per Facebook, il principe dei social network. Niente poke, agnelli da lanciare o altre facezie: installando l’ applicazione , gli utenti potranno ascoltare i messaggi del pontefice, guardare le sue foto e ricevere delle cartoline virtuali da inoltrare alla lista di amici.

Nonostante sul sito si legga l’emblematico payoff Il Papa ti incontra su Facebook , per chi sperasse di trovare davvero il pontefice oltre allo schermo si prospetta una cospicua delusione: nonostante da tempo si vociferi che Ratzinger sia un assiduo frequentatore del web, il suo entourage ha bocciato l’eventualità di una presenza ufficiale del carismatico leader religioso. Ma non di solo Facebook vive il fedele contemporaneo: oltre all’applicazione, su P2y sono presenti anche il link al canale ufficiale su YouTube del Vaticano e WikiCath , spazio virtuale in cui è spiegato l’approccio del Vaticano alla rivoluzione tecnologica e ai vantaggi che può comportare nella comunicazione con i propri seguaci.

Una svolta che può essere definita come multipiattaforma, dal momento che è stata realizzata anche un’applicazione per iPhone e iPod Touch: H2Onews , questo il nome dell’applicazione che verrà pubblicata a breve sullo store ufficiale di Apple, è realizzata in collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano e la Radio Vaticana e permette di leggere notizie, vedere video e ascoltare quanto proposto dal servizio di coordinamento dietro all’applicazione. Numerose sono le lingue a disposizione degli utenti, ben otto, ovvero Italiano, Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo, Portoghese, Ungherese e Cinese. Come molti ricorderanno, sebbene si tratti della prima applicazione ufficiale realizzata dalla Santa Sede per la piattaforma Apple, non è la prima applicazione in tema disponibile su App Store, che già ospita iBreviary , il breviario ideato da don Paolo Padrini, disponibile ora anche per piattaforma Symbian .

Il tutto sarebbe stato realizzato soprattutto per adeguarsi ad un terreno, quello della tecnologia, molto gradito ed utilizzato soprattutto dai più giovani: il pontefice li ha invitati nel suo messaggio ad utilizzare le nuove tecnologie come strumento per diffondere il proprio credo. “Se una chiesa non comunica cessa di essere tale. Non si tratta semplicemente di un cambio delle tecnologie di comunicazione, in realtà stiamo assistendo ad un vero e proprio cambiamento della cultura della comunicazione” spiega Monsignor Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali. “I giovani – continua – stanno letteralmente abbandonando strumenti come TV, radio e giornali, dal momento che preferiscono Internet e i social network. Per questo motivo, stiamo cercando di capire cosa ciò possa significare per la Chiesa”.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il
22 mag 2009
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