Reston (USA) – Utenti di tutto il mondo, attenzione ai keylogger : i software che raccolgono quanto digitato sulla tastiera rimangono tra i metodi più semplici e pericolosi che permettono di sottrarre preziosissime informazioni sensibili da un computer mal presidiato e connesso ad Internet. Un rischio ancora “poco noto ed in costante crescita”, sostengono gli esperti di iDefense , filiale del gruppo VeriSign .
Il più autorevole marchio nel settore delle transazioni online protette ha pubblicato uno studio dove emerge una preoccupante tendenza internazionale tristemente in rialzo: dal 2004 al 2005 il numero di vittime dei keylogger è salito del 65%. Questi software malevoli, spesso diffusi con spam che spingono a scaricare certi software, o da siti che sfruttano vulnerabilità non ancora patchate nei browser, sono sempre più spesso, non a caso, al centro delle attenzioni delle società produttrici di software di sicurezza.
“Questo tipo di software malevoli”, specificano gli autori della ricerca, “viene diffuso da organizzazioni criminali che utilizzano posta elettronica e sistemi di messaggistica personale per catturare nuove prede”. Molte delle innumerevoli varianti di keylogger rimangono accessibili dalla Rete , esponendo i malcapitati a qualsiasi tipo di frode.
Con questo tipo di programmi è possibile registrare qualsiasi tasto battuto sulla tastiera per poi controllarlo da postazioni remote: “E’ uno dei metodi preferiti dai criminali telematici”, dichiara il vicepresidente di iDefense, Joe Payne. “La migliore difesa contro questo rischio, oltre ad adeguati strumenti di sicurezza, è dare la caccia ai creatori di questi malware”.
I keylogger, nella loro semplicità concettuale ed informatica, possono causare anche disastri nelle aziende . Gli analisti del Forrester Group sostengono che potrebbero essere armi efficaci nelle mani dei contraffattori: utilizzati per condurre campagne di spionaggio industriale, “sono una minaccia per la proprietà intellettuale”.
Joe Payne tira le orecchie alle aziende e dichiara che “molti imprenditori non hanno ancora ben chiara l’entità del problema”. Il dramma, per giunta, è che i danni provocati da un keylogger vengono percepiti “solo dopo periodi abbastanza lunghi”: più si utilizza il computer per compiti delicati, quali la gestione di denaro online, più cresce la gustosa mole di dati utilizzabili dai ladri di turno.
Tommaso Lombardi