Videosorveglianza: nuovi fondi per 336 comuni

Videosorveglianza: nuovi fondi per 336 comuni

Indice di delittuosità e popolazione tra i criteri valutati per l'assegnazione delle risorse: la videosorveglianza nei comuni italiani.
Videosorveglianza: nuovi fondi per 336 comuni
Indice di delittuosità e popolazione tra i criteri valutati per l'assegnazione delle risorse: la videosorveglianza nei comuni italiani.

Il Ministero dell’Interno ha pubblicato un aggiornamento a una comunicazione diramata nei giorni scorsi, in cui conferma l’approvazione della graduatoria (nella sua forma definitiva) per l’assegnazione delle nuove risorse messe a disposizione per allestire o potenziare i sistemi di videosorveglianza presenti in 336 comuni di tutta Italia. Le domande presentate erano 1.666 in totale.

Nuovi finanziamenti per la videosorveglianza

Per stabilire a quali amministrazioni attribuire i fondi è stato tenuto conto di fattori come l’indice di delittuosità sul territorio e il numero di abitanti. Complessivamente, le risorse stanziate ammontano a 24,5 milioni di euro. Riportiamo di seguito il commento del ministro Matteo Piantedosi.

La videosorveglianza rappresenta uno strumento di fondamentale importanza: non solo esercita un effetto deterrente, ma supporta il lavoro di indagine e controllo del territorio svolto dalle Forze dell’ordine. Queste nuove risorse confermano l’impegno del Governo nel garantire ai cittadini sempre maggiori condizioni di sicurezza.

Come si legge nel comunicato del Viminale, a Caivano in provincia di Napoli è stato assegnato un finanziamento pari a 250.000 euro, a testimonianza dell’attenzione e dell’impegno per il rafforzamento delle condizioni di sicurezza e legalità su quel territorio. Aprendo e scorrendo la graduatoria definitiva (PDF) si apprende che la stessa cifra è stata riconosciuta anche a San Martino Siccomario (Pavia), Riomaggiore (La Spezia), Firenze, Lainate (Milano) e altri.

La necessità di tutelare la privacy

Ricordiamo che il Garante ha stabilito regole precise da rispettare per l’utilizzo dei sistemi di videosorveglianza, a tutela della privacy. Vale anche e soprattutto per quelli installati da persone fisiche in ambito domestico o comunque privato. Ad esempio, possono inquadrare e riprendere solo ed esclusivamente aree di propria pertinenza, non strade o altri luoghi pubblici.

Inoltre, nel corso degli ultimi anni e per ragioni legate al progresso tecnologico, l’Autorità è intervenuta in diverse occasioni anche sul delicato tema del riconoscimento facciale eseguito con algoritmi di intelligenza artificiale.

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Pubblicato il
26 nov 2025
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