Watson, supercomputer super-ricercatore

Watson, supercomputer super-ricercatore

Il sistema di IBM è pronto per una nuova avventura, vale a dire l'analisi sistematica dell'enorme e sempre crescente archivio di ricerche e analisi mediche disponibili al pubblico. Per curare il cancro e non solo
Il sistema di IBM è pronto per una nuova avventura, vale a dire l'analisi sistematica dell'enorme e sempre crescente archivio di ricerche e analisi mediche disponibili al pubblico. Per curare il cancro e non solo

IBM espande ancora il programma di sfruttamento delle capacità linguistico-analitiche di Watson con il sistema Watson Discovery Advisor (WDA), nuova iniziativa che intende sfruttare il supercomputer che ha vinto Jeopardy ed è impegnato nel sociale per facilitare la scoperta di nuove cure mediche.

Questa volta l’abilità di Watson di comprendere il linguaggio (e il modo in cui i composti chimici interagiscono fra di loro) dovrebbe servire ad analizzare l’enorme mole di ricerche scientifiche pubblicamente accessibili, un archivio in crescita continua e che non è umanamente possibile analizzare nella sua globalità alla ricerca della (potenziale) soluzione a un problema medico specifico. Ogni 30 secondi viene pubblicata una nuova ricerca scientifica, spiega IBM , cioè più di un milione di lavori all’anno; un ricercatore tipo legge circa 23 studi al mese (fonte il National Institutes of Health americano), quindi un massimo di 300 ricerche all’anno, contro il succitato milione di studi totali messi in circolazione.

Per sopperire alla mancanza di potenza “bruta” della singola mente umana entra dunque in gioco il supercomputer “cloud” di Big Blue, e grazie a Watson Discovery Advisor i ricercatori dovrebbero essere in grado di testare ipotesi di cure mediche facendo affidamento sull’analisi computerizzata delle ricerche con una velocità sin qui mai vista.

WDA è già al lavoro in un progetto per Johnson & Johnson, che fa uso del sistema di IBM per provare a massimizzare l’efficacia dei farmaci riducendo al contempo gli effetti collaterali sui pazienti. Un altro ricercatore, il biochimico Olivier Lichtarge del Baylor College of Medicine , esemplifica le capacità del programma WDA parlando della scoperta accelerata di nuove proteine potenzialmente in grado di agire contro il cancro: Watson ha sin qui contribuito a identificare 6 proteine su cui vale la pena effettuare nuove ricerche.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
4 set 2014
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