WebTheatre/ Come non essere vittime della propria comicità

WebTheatre/ Come non essere vittime della propria comicità

di G. Niola - Comicità e grottesco per una serie che narra della provincia. Con amicizie cameratesche che nascondono solitudini, e grandi spazi che opprimono
di G. Niola - Comicità e grottesco per una serie che narra della provincia. Con amicizie cameratesche che nascondono solitudini, e grandi spazi che opprimono

Si è parlato molte vole di come online i racconti, le serie e più in generale la narrazione audiovisuale sembri poter avere senso solo se a sfondo comico. La risata sembra per il momento essere l’unica arma per agganciare lo spettatore distratto che vaga in rete. Dunque tra le ondate di gattini che suonano il pianoforte e bambini che ridono, si fanno strada una moltitudine di serie che puntano sullo humour, molto spesso senza averlo.
Fortunatamente comicità non significa solo gag, nei casi migliori uno svolgimento umoristico è il lascia passare per racconti che cercano anche di fare un altro lavoro, mostrare qualcosa e parlare di un piccolo microverso.

Tronix County

Caso più unico che raro è Tronix County , webserie approdata da poco in rete ad opera di Milkman Max (un nome, un programma). Nei tre episodi che fino ad ora hanno visto la luce del canale YouTube , si racconta di tre amici in un paesino sperduto, Tronix, e della vita senza senso (ma piena di violenza) che conducono.
Il genere è tra i più abusati, quello dei “roommates”, gli amici che condividono qualcosa, solitamente una casa, che sono diversi fra loro, molto legati e che proprio per le loro differenze si trovano coinvolti in situazioni comiche. Tronix County però si basa in maniera molto libera su questo genere e quasi da subito si prende delle licenze per disegnare un mondo davvero grottesco.

Il primo episodio contiene in nuce tutto quello che c’è da sapere e, oltre ai presupposti di trama (molto esili), racconta tantissimo del mood dell’intera serie. Il protagonista si videoconfessa ad una camera, mostra la muscolatura e riceve una chiamata proprio mentre sta descrivendo il suo lavoro: è il capo a chiamare, è licenziato. Come attacca si materializza il suo amico con delle birre.
Stravaccati in mezzo ad un parco a bere sono contattati dal guardiano del luogo che offre loro un lavoro come suoi aiutanti. I due rispondono cantando una canzone di Justin Bieber sui titoli di coda. Negli episodi successivi amministreranno il parco con uso totalmente irresponsabile di armi inutilmente grosse.
Non c’è molto altro da sapere.

Tronix County è il classico prodotto dotato di più livelli di lettura. Quello più immediato e diretto è la parte più grottesca, gag estremamente efficaci che si basano sul montaggio e si appoggiano su tutti gli stereotipi della vita senza responsabilità al maschile. Quello più profondo è dato dalla grande cura per la messa in scena. I tre protagonisti sono quasi sempre soli in questi grandi scenari. Siano parchi o siano appartamenti, il senso di solitudine in mezzo a qualcosa di più grande è estremamente evidente.
Non c’è quasi mai vero sole, non c’è quasi mai una natura rigogliosa benché tutto si svolga in un luogo che dovrebbe essere attraente. La provincia di Tronix è il classico incubo ma nessuno lo dice né lo sottolinea, il terrore di una vita senza senso incastrata in piccoli lavori soffocanti è palpabile.
Dietro tutte le assurdità demenziali dei tre e dietro i balletti sulle musiche di Katy Perry o equivalenti che chiudono gli episodi, c’è insomma un senso di vita ai margini dell’impero che costituisce il fascino indiscreto di una serie che, finalmente, fa un uso della comicità che non è unicamente calamita per gli spettatori.

TRONIX COUNTY – EP. 1 WELCOME TO TRONIX COUNTY

Gabriele Niola
Il blog di G.N.

I precedenti scenari di G.N. sono disponibili a questo indirizzo

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Pubblicato il
21 apr 2011
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